Introduzione

La connotazione negativa del tabacco nella società contemporanea comporta il rischio di ridurre questa straordinaria pianta medicinale a una piaga da estirpare. Questa stigmatizzazione deriva dall'ignoranza dell’uomo moderno riguardo l’uso corretto e ritualizzato di questa pianta considerata sacra da tempo immemorabile in tutta l'America.

I meccanismi riduzionisti del pensiero positivista-razionalista portano alla profanazione della dimensione spirituale di ogni atto di autentica guarigione e, specialmente nel caso del tabacco, trasformano questo rimedio in un veleno. Il tabacco, "un potente mediatore tra gli esseri umani e gli dei", può svolgere un ruolo curativo essenziale, in particolare nei processi psicoterapeutici e nella ricerca di risposte alle urgenti questioni esistenziali della modernità.

I gruppi etnici dell'Amazzonia posseggono una pratica empirica fondamentale e una conoscenza ancestrale dell'uso corretto e adeguato del tabacco, e questa si è mantenuta fino ad oggi. Per 25 anni, gli autori, entrambi medici, hanno esplorato l'uso tradizionale del tabacco nei villaggi dell'Amazzonia peruviana, compresa l'osservazione partecipativa seguendo le indicazioni dei maestri tabaqueros.

Sulla base di questa esperienza, hanno introdotto l'uso del tabacco nella loro pratica terapeutica, specialmente diretta a pazienti tossicodipendenti in trattamento residenziale nel Centro Takiwasi, di cui sono co-fondatori. In questo articolo propongono la loro riflessione su questa pianta curativa di primissimo livello, scoprendo potenziali terapeutici incoraggianti per il futuro.


Contesto storico-culturale dell'uso del tabacco nell'alta Amazzonia peruviana

- Lo spirito, il padre del tabacco, è l'elicottero, Zzzuuummmm ... !!! Ci porta su. (Maestro curandero L. P., Tarapoto).

- Non puoi imparare la medicina se non fumi. (Maestro curandero G.P, Pucallpa).

- Nessuna vipera mi si avvicina, è per questo che cuando vado (nei campi) fumo il mio mapacho. (Contadino di San Martín).

- Rraaannn !!! Ti fa girare la testa e quando sembra que tutto il tuo corpo si sollevi velocemente, è quando iniziano le vertigini... (Paziente di San Martin durante una dieta di tabacco).

- Cospargiti di tabacco con un pò d’acqua, così i moscerini non ti daranno fastidio... (Contadino di San Martín)

- Quel piccolo residuo di mapacho, quello che resta quando finisci di fumare, lo metti davanti alla sua porticina così esce fuori il verme. (“Curiosa” di San Martín)

- Io l'ho visto ... lo spirito del tabacco è un uomo di colore, alto e forte... con un cappello bianco e gli occhi che brillano come il fuoco, ma è bello, si prende cura di noi .... (Maestro curandero J. C., Tarapoto)

- Le anime amano il tabacco, perché il tabacco ha il suo metodo, la sua forza. Attrae il maninkari. È il miglior contatto per la vita di un essere umano (Jeremy Narby).

- La sciamana si apre su tutto il corpo a causa del yüi, il succo di tabacco (...) poi, la sua voce esce dal suo ventre, canta, i suoi spiriti arrivano e le parlano... Perché il tabacco è pülasü, ha poteri (Michel Perrin)

Affermazioni sul tabacco provenienti dagli abitanti dell'Amazzonia, principalmente agricoltori e alcuni di loro guaritori... Grazie a loro possiamo osservare i diversi usi e l'attuale importanza del tabacco nella cultura amazzonica, sia nelle attività della vita quotidiana sia per la sua qualità di medicina e pianta sacra, valida oggi come lo era migliaia di anni fa.

La pianta di tabacco, Nicotiana rustica in Amazzonia, ha accompagnato il cammino degli abitanti delle Americhe dall’alba dei tempi . Si calcola che sia coltivato e utilizzato in vari modi da migliaia di anni (da 6.000 a 8.000 anni). Sembra addirittura essere la prima pianta coltivata in forma regolare in tutto il continente. Cresce facilmente quando la terra è stata smossa un pò, ai margini delle strade o dove ci sono tombe, cosa che, secondo alcune popolazioni, sembra segnalare una possibile relazione tra la pianta e il mondo dei morti.

Sulla sua origine e denominazione troviamo divergenze. Mentre alcuni ricercatori indicano la sua origine in Ecuador e Perù, avendo trovato in queste zone delle piante selvatiche descritte sulla base della loro composizione genetica come predecessori delle attuali Nicotiana tabacum e Nicotiana rustica, altri attribuiscono alla pianta origini centroamericane e una successiva distribuzione panamericana.

Esistono 64 specie di tabacco, il 60% di esse situate in Sud America, altre in Asia e in Africa, ma quasi inutilizzate. Solo una dozzina di specie ha abbastanza nicotina per avere effetto sugli esseri umani. Per quanto riguarda il suo nome, anche qui troviamo diverse teorie.

Del Amo riporta che in Spagna e in Italia le parole tabacco, atabaca, altabaca e altre forme analoghe, dall’arabo tabbak, denominavano piante medicinali, con azione sonnolenta o allucinogena. Tuttavia, potrebbe anche essere derivato da Tobago, nome dell’arcipelago dei Caraibi e allo stesso tempo il nome di un fusto biforcato a forma di pipa usato dai nativi dell'America centrale e dei Caraibi per inalare e fumare. Le pitture rupestri trovate nelle caverne della Repubblica Dominicana mostrano personaggi Taínos con questa appendice bicorne, della quale un estremo si trova sul naso. La parola "cikar" era usata dai Maya per descrvere l'atto di fumare, incorporato nelle loro pratiche rituali e religiose, con fregi che rappresentavano personaggi nell'atto di fumare.

All'interno dei nomi nativi del tabacco troviamo i termini petun (Guarani); tamun (Araucanos), bahana (Waraos, Venezuela) e si segnalano altre sostanze psicoattive inalate da sole o insieme al tabacco come cohiba (haitiani) e cohoba (Messico). Il nome "tabacco" è menzionato già dai cronisti dell'epoca spagnola come Fernandez Oviedo e Valdés (1534).

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Nell'Amazzonia peruviana, troviamo pochi riferimenti ai nomi del tabacco nelle lingue native. La maggior parte riflette il sincretismo con le parole tabacco e sigaretta, come cigarrunchi. Altre parole di riferimento un pò più esplicite sono il mapacho che si riferisce alle sigarette di tabacco locale (Nicotiana rustica secca, curata e macinata), alla pipa o shimitapon (tappo della bocca/shimi) o al suo potere medicinale: ampiri, nome dato alla cenere o alla pece rimasta dalla combustione finale del tabacco, essendo ampi la medicina o il veleno.

Nel 1492, quando Cristoforo Colombo e i suoi uomini arrivarono sull'isola di Hispañola (Haiti - Santo Domingo), furono sorpresi nel vedere gli indiani con una "torcia" o "tizzone" che mettevano in bocca e "in cui soffiano". Era un sigaro artigianale con foglie arrotolate. Questa pratica attirò l'attenzione degli spagnoli, tra cui Rodrigo de Xerez che la importò in Spagna. Provocó diverse reazioni e molta sorpresa vedere gli esseri umani espellere il fumo dal naso e dalla bocca, e si arrivò a relazionare il fumo con le pratiche demoniache. Quella produzione di fumo inizialmente sembrava un atto di tipo infernale...

Ma per gli indigeni, era il meglio che potevano offrire in dono per accogliere i nuovi arrivati, dato che era la loro principale medicina ed mezzo di connessione con il mondo spirituale: "La prima cosa che hanno offerto i nativi ai conquistatori è stato il tabacco perché era considerato come "carne degli dei", la principale medicina indigena" (Bulher-Oppenheim, 1949).

Ampiamente distribuito nella maggior parte d'America (tranne l'Alaska), il tabacco prehispanico è stato utilizzato in varie forme e scopi: masticato, polverizzato ed inalato, fumato, macerato per essere bevuto o per uso esterno, in cataplasma, bagni o gocce, per prevenire o trattare mali fisici. I maestri guaritori lo usavano principalmente nei rituali per il suo effetto psicoattivo, che gli conferiva il carattere di pianta sacra, che permette di mediare il contatto con il mondo-altro e di nutrire il corpo energetico con questa energia calda, yang o mascolina. L'ambile, prodotto del decotto di foglie di tabacco e sale, è l'equivalente peruviano del chimó o chimú del páramo venezuelano , rimane in bocca, evolvendosi lentamente.

Resoconti più antichi tendono a segnalare un uso a dosi forti in tempi precisi e limitati (cure, atti cerimoniali) a modo di intossicazione intenzionale, a differenza dell'uso in piccole dosi ripetute frequentemente e cronicamente come avviene nella nostra società occidentale. Il tabacco come medicina-pianta dell'Amazzonia, a cui fanno riferimento le citazioni riportate all'inizio, è usata dai maestri guaritori tabaqueros o dai sheripiaris, che di solito sono uomini anziani, ma di buona salute, nonostante le loro difficili condizioni di vita ed il consumo abituale di tabacco.

All'interno degli usi medici "semplici" o "non sciamanici", troviamo che il tabacco è usato in varie forme. A San Martin, regione nord-orientale del Perù, la sigaretta rustica o mapacho accompagna il contadino quando va nei campi, gli permette di riscaldarsi nelle mattine umidi e di proteggersi dall’attacco di serpenti velenosi e insetti, che scappano dal fumo. Questo uso come mezzo di protezione è anche descritto nelle prime cronache del XVI secolo dove viene riportato che gli indiani fumano sigari di foglie di tabacco puro quando vanno in guerra per "disfarsi dei vapori e degli altri disagi che potrebbero sorgere lungo la strada ". Il fumo del tabacco avvolge il corpo della persona, come un mantello protettivo, impregnandolo con il suo odore e mettendolo in uno stato di allerta. Per scopi rituali, il fatto di soffiare con mapacho ikarado nei punti energetici principali prolunga questa azione protettiva, estende il corpo energetico pulendolo e proteggendo da energie negative o entità maligne. La funzione di repellente per insetti è anche compiuta dal macerato acquoso di tabacco, e viene utilizzato anche nei bagni di protezione. L'ampiri, residuo della combustione di tabacco, è un veleno forte, applicato localmente, uccide le larve di insetti, per cui viene usato per trattare la miasi, ed è utilizzato anche contro i morsi di serpente. Esiste quindi un uso visibile, semplice, quotidiano e un altro uso medicinale, specializzato e ritualizzato. È in questo secondo aspetto che desideriamo soffermarci ora.


Uso terapeutico tradizionale del tabacco nell'Alta Amazzonia peruviana

Nell'Amazzonia, l'atto di fumare tabacco ha due connotazioni: da un lato è il gesto abitudinario del contadino quando va a lavorare la terra, dall’altro lato si tratta di un uso curativo o cerimoniale. Nel primo caso, con il mapacho non si osserva mai un uso ossessivo o compulsivo (dipendenza), ma rimane una semplice abitudine per scopi igienici (scacciare gli insetti, rilassarsi quando una giornata finisce).

Nel contesto curativo-religioso, l'atto di fumare viene sempre dopo un precedente uso sotto forma di preparazioni solide o liquide.

Riconosciamo in questo ordine cronologico di assunzione un profondo rispetto per lo stesso ordine della vita. Infatti, tutti i processi vitali partono dallo spazio "femminile" per transitare verso lo spazio "maschile". Ogni essere umano nasce da una donna, è immerso negli elementi femminili che sono la carne o la materia solida (elemento terra) e il liquido amniotico (elemento acqua). Alla nascita, lascerà il corpo della madre per diventare accessibile al padre e poter respirare (elemento aereo) e vedere (elemento luce-fuoco-sole). Il linguaggio popolare lo sottintende quando dice che la madre "dà alla luce". Lo sviluppo ordinato di queste fasi simboleggia nel mondo sensibile una legge trascendente che governa tutta l'evoluzione umana.

L'etnologo Jean-Pierre Chaumeil nella sua osservazione delle pratiche del popolo Yagua del Perù afferma quanto segue: "È interessante notare che gli allucinogeni perdono la loro importanza di pari passo con l’aumento nel dominio delle sue visioni da parte dello sciamano: appena diventa in grado di vedere attraverso il pensiero, mëtiaranëmu renuria, "vedere davvero", come dicono gli Yagua, non ricorre praticamente più alle droghe. Queste sono sostituite dal tabacco che si conferma essere il vegetale sciamanico per eccellenza (quindi sarà fumato e non bevuto), presente in tutte le attività di magia"..

Il giovane verrà anche chiamato in un dato momento, specialmente nei riti di passaggio della pubertà, ad abbandonare nuovamente la matrice sociale e psichica femminile (il mondo delle madri) ed integrarsi nel mondo degli "uomini" (adulti o potenziali padri), mondo della strutturazione sociale con definizione della vocazione e assunzione delle responsabilità genitoriali e sociali. Se con la prima nascita si rinuncia a una vita fetale di taglio biologico dominante per accedere alla vita psichica, nella seconda nascita, iniziata al momento della pubertà, si rinuncia al dominio di una vita psico-affettiva per accedere alla dimensione spirituale dell'essere. E dunque troveremo precisamente l'uso del tabacco nei riti di passaggio di vari gruppi etnici amerindi e dell'Amazzonia.

Il popolo Guajiro del Venezuela porpone questo "test del tabacco" ai giovani per valutare la loro eventuale candidatura a futuri sciamani: In questo caso particolare, si tratta del succo di tabacco masticato consumato in dosi elevate (Nicotiana tabacum o N. rustica; alcaloide: nicotina). In primo luogo, nel futuro sciamano si accumulano, in un processo lento, "sintomi" significativi – sogni terapeutici, fobie alimentari, malattie ripetute - considerati come altri segni di una comunicazione privilegiata con il mondo-altro, e di conseguenza di una vocazione sciamanica (Perrin, 1987). Ma questa comunicazione non è sotto controllo. Poi arriva uno svenimento, "la quasi muerte", come dicono gli indigeni Guajiro. Si tratta di un "rollback", a condizione che venga confermato dal "test del tabacco". Le reazioni che questo provoca decidono “oggettivamente” l'accesso allo sciamanesimo. Se l'apprendista sopporta la dose elevata di succo di tabacco che la sciamana chiamata in maniera urgente lo obbliga a deglutire, se questo liquido lo fa rivivere molto rapidamente dal suo forte stato di inscoscienza, diventerà uno sciamano; se vomita, verrà dichiarato incapace. Una reazione positiva al tabacco significa l’accesso a una nuova "specie". La persona si è "aperta", dicono, al mondo-altro; le sue 4 brutte malattie si convertiranno nei suoi spiriti ausiliari. "

L'uso rituale del tabacco non consiste in una forma di strumentalizzazione di un oggetto a beneficio dell'essere umano, cosa che corrisponde alla mentalità occidentale. Si tratta piuttosto dell'incorporazione o dell'assimilazione della "forza" o "energia" o "spirito" del tabacco, un essere vivente, nella stessa energia dell'essere umano. Appare quindi come una forma di nutrizione che delimita chiaramente il titolo di sheripiari, "colui che mangia il tabacco", attribuito dagli Ashaninka ai loro maestri guaritori.

Questo concetto si ritrova in tutte le Americhe quando si tratta dell'uso o del consumo di piante che insegnano, piante maestro o piante psicoattive e visionarie (i cosiddetti allucinogeni). Così il fungo enteogenico centroamericano consumato dagli Aztechi era chiamato teonanacatl o "carne degli dei", un'espressione che è servita come titolo del classico lavoro di Furst sulle sostanze visionarie americane .

Perrin (1982) sottolinea questo uso costante del tabacco solido negli sciamani Guajiros del Venezuela: "Solo gli sciamani (...) possono stabilire una diagnosi comunicando con il mondo soprannaturale o sopra-umano in cui risiedono gli esseri e le cose che sono le cause ultime del male. Gli sciamani (...) sono personaggi dotati di spiriti ausiliari (...), esseri immateriali che le persone dell'arte sanno convocare assorbendo il succo del tabacco masticato, cantando e agitando una maraca..."

Tuttavia, è chiaro che questa assunzione non è semplicemente nutriente a livello fisico, ma alimenterà il corpo energetico dell'essere umano, un concetto assente nella visione del mondo modernista occidentale. L'energia del tabacco deve essere inizialmente integrata nel corpo nelle sue dimensioni più dense (materia e acqua = incarnazione fisica e psico-emotiva) per essere poi in grado di incorporarsi nella dimensione più tenue ed eterea del corpo energetico umano (aria e fuoco = mente ispirata e creativa), la dimensione spirituale.

Perciò il tabacco sarà consumato prima sotto forma di estratto acquoso grezzo (materia e acqua), poi estratto cotto (fuoco) e infine affumicato (fuoco e aria). Queste fasi sono date in questo ordine severo e insostituibile. Quindi, il tipo di consumismo occidentale in cui si passa direttamente a fumare tabacco equivale a una trasgressione potenzialmente letale delle leggi della vita. Equivale a pretendere di accedere alla conoscenza spirituale senza prendersi il tempo di integrare in prima battuta la forza del tabacco nella sua dimensione materiale.

Nella sua funzione di mediazione con i poteri ispiratori del mondo invisibile, si presume che ci sia la possibilità di incarnare nella vita quotidiana i messaggi o le rivelazioni che sorgono dall'aldilà e trasformare così la propria vita. Lo spirito discende verso il mondo materiale per arricchirlo ed elevarlo progressivamente. Invertendo la procedura, è la materia che va verso un'incarnazione, che al suo estremo significa morte. Così come Icaro, il soggetto moderno, ambisce l'accesso alla conoscenza per il suo possesso e il suo godimento mentale, e si brucia le ali della spiritualità mentre il suo ego si gonfia. In altre parole, vuole costruire la casa iniziando dal tetto. È quindi un gesto prometeico le cui conseguenze fatali sono già state descritte dagli antichi greci nei miti corrispondenti.

Pertanto, la disintossicazione dal tabacco fumato può essere effettuata anche usando purghe di estratto acquoso di tabacco, invertendo il processo trasgressivo. Il vomito esprime un "ritorno" di ciò di cui il paziente si è appropriato in maniera inavvertita. Ripristinando ciò che è stato ottenuto impropriamente, viene ripristinato l'ordine corretto. Infatti non si può ignorare che quando vomita, il soggetto deve abbassare la testa (Dio parla del popolo ebraico come di "persone dal collo rigido" per descrivere il loro orgoglio e rigidità), manifestando posturalmente un atto di umiltà, di richiesta di perdono e il riconoscimento del proprio atto trasgressivo.

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È interessante notare che le purghe di “succo” di tabacco rivelano essere efficaci non solo per la disintossicazione della dipendenza da tabacco, ma in generale per qualsiasi dipendenza in cui si rivela lo stesso meccanismo di appropriazione indebita. E soprattutto, l'effetto emetico, in un contesto rituale, contempla simultaneamente l'eliminazione di pensieri e sentimenti "tossici" che derivano da questo stesso processo di accaparramento illecito che immagazzina risentimenti, nostalgia, rabbia, invidia, vendetta... La "religione" moderna della possessione interrompe la circolazione del flusso vitale. La purga di tabacco consente di ripristinarlo.

"Mangiare" il tabacco si riferisce in seconda istanza al fatto che il tabacco è stato ingerito essenzialmente per via orale o gastrica. E va notato che questo tipo di assunzione si riferisce sia al tabacco in estratti liquidi che al tabacco fumato. Vale la pena ricordare che il tabaquero o specialista amazzonico nell'uso terapeutico del tabacco non inala il fumo di tabacco ma lo ingoia. Il tabaquero deglutisce il fumo del tabacco per dirigerlo verso lo stomaco, sede delle sue forze energetiche.

Comprendere questa procedura richiede la conoscenza che un asse centrale dello sciamanesimo amazzonico sta nel fatto che il guaritore trasformerà il suo corpo incorporando la "forza" delle piante. Questa forza si manifesta in una doppia dimensione: a) l'aspetto energetico, immateriale, b) la dimensione incarnata, fisica o materiale. In questa seconda dimensione, l'energia incorporata ha un substrato materiale in una sostanza flemmosa che risiede nello stomaco del guaritore, chiamato yachay (conoscenza in quechua) o anche mariri.

L'acquisizione del yachay viene effettuata attraverso l'ingestione di preparati cotti di piante e specialmente di cortecce e radici degli alberi. Questa assunzione richiede condizioni precise e rigorose affinché la forza delle piante non diventi tossica fino a far ammalare l’apprendista con il rischio di farlo impazzire o ucciderlo.

Questi periodi di apprendimento sono comunemente chiamati dietas. Esigono una dieta rigorosa, senza sale, senza peperoncino o spezie forti, senza carne di maiale, alcool o bevande fermentate, includendo l'astinenza sessuale totale in isolamento nella giungla, lontano da ogni tipo di energia ed interferenze. Queste ultime possono provenire da odori forti (fino a far uscire di senno il soggetto), la presenza di una persona carica di energie tossiche per essere cattive o troppo forti (una donna con le mestruazioni o in stato di gravidanza, soggetti intossicati da droghe o alcol, malati, una persona che ha appena avuto relazioni sessuali senza essersi lavato, ecc), forti variazioni termiche o l’interferenza volontaria a distanza di uno stregone.

L'apprendista, in stato di semi-digiuno e senza assumere sale, si trova ad essere estremamente sensibile al minimo stimolo energetico, molto vulnerabile, con un corpo energetico molto "aperto" o poroso, che facilita l'incorporazione dell'energia delle piante ingerite e allo stesso tempo lo espone pericolosamente a quelle interferenze dannose chiamate "cruzaderas". Queste interferenze possono manifestarsi attraverso disturbi fisici (diarrea, vomito, mal di testa, ecc.) o disturbi psichici (incubi, malessere, irritabilità, depressione, persino allucinazioni e deliri estremi). È quindi un'operazione delicata che richiede una grande abilità da parte del maestro e una forte motivazione da parte dell'apprendista. Le dietas possono essere fatte per brevi periodi di diversi giorni fino a due o tre settimane, cosa che avviene con più frequenza, o ancestralmente, nell'apprendimento del curanderismo, con un singolo periodo di diversi mesi e fino a due anni di isolamento. Generalmente si considera che per diventare un buon guaritore, l'apprendista deve accumulare un minimo di sei mesi di dieta. Le dietas mirano ad accumulare nel corpo dell'apprendista lo yachay prodotto dall'energia delle piante ingerite.

Una volta acquisito, il guaritore mobiliterà il suo yachay inghiottendo il fumo del tabacco che consente la sua mobilizzazione nello stomaco e la sua materializzazione. Quindi arriva a rigurgitarlo e questo si manifesta sotto forma di catarro, una saliva densa e appiccicosa. Una volta portato in bocca, il guaritore procederà a succhiare le parti malate del corpo del paziente. L'azione dello yachay, come illustrato dai guaritori, è come quella di come un magnete o una spugna che attrae e assorbe le cattive energie del paziente: si tratta della chupada (suzione o estazione orale). Il guaritore procede quindi a sputare questo yachay contaminato: deglutirlo equivarrebbe ad una intossicazione pericolosa e persino letale per il guaritore.

In una tappa precedente alla chupada, o per un guaritore con uno yachay più diffuso e meno consistente, la deglutizione del fumo di tabacco induce una mobilizzazione dello yachay verso la punta della lingua del curandero. In una zona triangolare isoscele (con la base verso la punta della lingua e la punta diretta verso la faringe) egli percepisce una fitta che segnala la mobilizzazione dello yachay con cui può procedere alla chuapada della malattia del paziente. Frequentemente, durante la chupada, il guaritore mastica anche un po 'di tabacco per proteggersi e dare più forza all'aspirazione energetica. Alla fine può eventualmente aggiungere altri elementi protettivi come un pezzo di corteccia di cannella o un pezzo di canfora. Quando la malattia si trova in aree del corpo che sono difficili da raggiungere o in aree private, il guaritore usa un piccolo tubo per aspirare le energie cattive.

Il maestro guaritore ha acquisito il suo yachay con lunghe dietas e con l'assunzione di molte cortecce e radici di alberi o arbusti. Prende possesso di queste forze attraverso uno sforzo personale estremo in cui la dieta lo porta a purgare sia fisicamente che psicologicamente e spiritualmente. Soffre durante il confronto con tutte le sue debolezze umane, le sue fantasie mentali, le sue paure, i suoi problemi emotivi irrisolti, ecc. La sua intenzione va verso la guarigione e solo con una vera vocazione e volontà potrà compiere la sua missione. Il suo processo lo porta ad acquisire non solo forze energetiche ma anche a diventare saggio.

Lo stregone si appropria di questo yachay per mezzo di "trucchi" in cui non osa confrontarsi a sé stesso e prende le piante senza rispettare la dieta che include anche lunghi periodi di astinenza sessuale. È una persona debole che vuole acquisire poteri senza essere disposto a passare attraverso gli inevitabili requisiti di purificazione. Esistono tecniche per assorbire le energie di un'altra persona, così lo stregone fa dietare un apprendista e quando ha accumulato abbastanza energia nel suo corpo, assorbe le sue energie. È un vero atto di vampirismo in cui l'apprendista alla fine si trova nello stesso stato dell'inizio e lo stregone si è nutrito del lavoro dell'apprendista.

Quest’azione si chiama chupar la dieta. Nel caso dello stregone, lo yachay agisce come un veleno nel suo corpo e deve essere eliminato regolarmente in modo che non arrivi ad avvelenarlo uccidendolo o facendolo impazzire. In altre parole, lo stregone è posseduto da forze che non può controllare e che piuttosto lo controllano. Attira a sé spiriti maligni che non lo lasciano in pace e lo schiavizzano, tentandolo costantemente, costringendolo a compiere del male, stimolando i suoi appetiti più bassi, spingendolo verso la rabbia, l'orgoglio, l'irritabilità, l'invidia, lo spirito di vendetta. Un modo classico per evacuare il suo yachay tossico è sputarlo materialmente, metterlo nel corpo del soggetto attraverso un'esalazione di tabacco (soplada) ma più spesso attraverso un atto di dematerializzazione (magia) verso un destinatario, un atto che è possibile eseguire segretamente e a distanza.

L'atto di magia è accompagnato da una precisa intenzionalità dannosa nei confronti della vittima: squilibrarlo, interromperne l'appetito in modo da farlo morire di fame, ammalarlo in un modo o nell'altro, causargli un incidente, impedirgli di dormire, portarlo alla disperazione e al suicidio... Questo yachay inviato a distanza assomiglia all'invio di un dardo con una cerbottana o pukuna per quello che viene chiamato un dardo magico o virote. Lo stregone specialista in questo tipo di procedura si chiama virotero o pukunero. Il guaritore interverrà per succhiare il virote con il suo stesso yachay.

Per il guaritore reso sufficientemente forte dalle dietas e dalle purghe, i virotes non possono più penetrare nel suo corpo e piuttosto rimbalzano. Gli stregoni terminano la loro vita dominati da uno stregone più forte che impedisce loro di evacuare il loro yachay tossico e quindi presentano quadri clinici molto seri e spettacolari che indicano l'alto grado di intossicazione del loro corpo. Nel linguaggio popolare si dice che "marciscono dall'interno" e il loro corpo si decompone molto rapidamente e con orribili odori di putrefazione.

Il maestro guaritore ha acquisito il suo yachay con lunghe dietas e con l'assunzione di molte cortecce e radici di alberi o arbusti.

Secondo la nostra osservazione, la maggior parte dei guaritori amazzonici pratica atti di guarigione e atti di stregoneria "minore", giustificando simultaneamente questi ultimi con la necessità di difendersi dagli stregoni. Includiamo anche nella stregoneria tradizionale la pratica delle puzangas o filtri d'amore di vario genere che appartengono a un contesto culturale in cui le tecniche di seduzione tra uomini e donne fanno parte del gioco sociale quotidiano e in cui la poligamia è tacitamente ammessa (e persino apprezzata) nel contesto machista meticcio: ogni uomo riconosce una moglie legale (la legittima) e le "altre", nello stesso modo in cui riconosce i suoi figli legittimi e "quelli di strada". All'interno del grosso di professionisti del curanderismo amazzonico, questa catergoria si trova ad un estremo.

Quindi, realizzare una dieta richiede una chiara intenzione, una volontà reale, la volontà di confrontarsi con se stessi e purificarsi, ed è necessario scegliere un autentico maestro che garantisca una protezione adeguata e si assuma una responsabilità altruistica nei confronti del suo apprendista. Il rispetto delle regole alimentari e sessuali della dieta e della post-dieta (che può durare diversi mesi) condiziona il risultato del processo e la sua trasgressione porta a perturbare l'apprendista a livello psichico-spirituale fino a una eventuale possessione che lo trasforma in stregone. Anche se molti apprendisti diventano maleros di livello inferiore, perché non osservano correttamente la dieta, possono gradualmente muoversi verso una posizione di stregoneria di maggior rilievo. E ci sono alcune persone che volontariamente distorcono la loro dieta per diventare intenzionalmente stregoni, ingerendo alimenti tossici o proibiti, come carne di gallinazo o di altri ucecelli rapaci che si nutrono di cadaveri.

Tutte le operazioni legate allo yachay sia per il guaritore che per lo stregone, così come l'accompagnamento della dieta, richiedono la mediazione del fumo di tabacco come vettore energetico. La deglutizione del fumo di tabacco serve in generale al tabaquero e ai guaritori per bilanciare la forza del loro corpo energetico. Inghiottono boccate in maniera vigorosa e poi passano ad espellere il fumo di tabacco eruttando. Una parte dell'apprendimento consiste nell'imparare a indurre il rutto e quindi eliminare le energie cattive allo stesso tempo del tabacco ingerito.

Il ruolo di interfaccia tra il corpo fisico e il corpo energetico è assunto dal sistema nervoso autonomo con i suoi due rami, ortosimpatico (tonico) e parasimpatico (depressivo). Pertanto, le manifestazioni di avvelenamento energetico o ri-sistemazione energetica si esprimono fondamentalmente con i sintomi di questo sistema: essenzialmente rutti, sbadigli, starnuti, sudorazione, vomito e diarrea.

Conosciamo anche il caso di incorporazione localizzata di energie che hanno un ruolo essenzialmente protettivo. Come per lo yachay si tratta a livello fisico di flemma. Nella piega tra braccio e avambraccio, il maestro può posizionare quelle difese che si trovano perpendicolarmente al braccio e fungono da barriere alle "cattive energie" che possono uscire dalla mano del guaritore quando palpa un paziente. Si tratta, più che altro, al momento di toccarlo, di evitare che il guaritore assorba energie molto tossiche che alla fine influenzano il paziente. Altro scopo è quello di essere in grado di stringere la mano a un nemico o uno stregone sotto copertura senza rischiare di rimanerne danneggiato.

Di fronte a carichi altamente tossici, le difese possono essere rimosse e mobilitate nel braccio: quindi generano un forte dolore alla maniera di un pezzo di legno (scheggia) e causano disturbi energetici (disturbi del sonno, incubi, stanchezza, apatia, irritabilità, ecc). Il maestro può percepirlo nel corpo del suo apprendista controllando il suo polso energetico che si differenzia dalle pulsazioni del sangue. Nella piega del braccio, il polso sanguineo è radiale mentre il polso energetico è ulnare. Le difese possono anche essere situate nel collo per proteggere la gola quando si tratta di chupadas (aspirazioni estrattive) o a livello della testa. Queste difese possono produrre un certo livello di pericolo se si muovono fuori dalla loro posizione, in particolare se salgono fino alla gola e vengono ingerite. Sono cariche energetiche tossiche che sono irraggiungibili tramite estrazione o mobilizzazione e possono uccidere se raggiungono lo stomaco. Il guaritore le andrá a ricoloccare nel loro posto non appena queste si muovano, mediante massaggi forti e dolorosi, e con l'aiuto del fumo di tabacco ingerito e soffiato su di loro per mobilitarle più facilmente e quindi posizionarle correttamente e fissarle nella loro posizione. Pertanto, posizionarle nella gola è un’operazione delicata e generalmente va evitata. Il fumo di tabacco servirà anche per la trasmissione e il posizionamento delle difese all'apprendista.

Lo yachay può essere trasmesso da maestro a studente, ma presuppone la perdita per il primo delle sue difese e del suo potere, ragion per cui procederà a compiere questo atto quando si sentirà vecchio e vicino alla morte. Il curandero rigurgita dunque la flemma dello yachay dopo aver ingoiato abbondante fumo di tabacco, esternalizzandola e facendola deglutire al suo erede

Con questa descrizione che siamo stati in grado non solo di ascoltare dai guaritori ma anche di osservare in loro e in noi stessi e nell’atto di curare, comprendiamo che il punto forte e sconcertante del curanderismo amazzonico consiste nella scienza e nell'arte di trasformare la materia in energia e viceversa e manipolarla. In questo modo si può agire sul corpo fisico del paziente per raggiungere la dimensione energetica del suo corpo e, al contrario, modulare il corpo energetico del paziente per ottenere effetti fisici. La possibile trasformazione della materia in energia ed della energia in materia, cioè le procedure di materializzazione e dematerializzazione, che permettono le moderne equazioni fisico-matematiche, sono un qualcosa che è stato praticato per secoli dai guaritori amazzonici.

E in questa procedura, lo strumento terapeutico essenziale del guaritore è il suo stesso corpo. Lo illustrano perfettamente il dolore fisico a volte molto forte che il guaritore soffre quando le energie (yachay, difese, arkanas, ikaros) si muovono dalla loro posizione appropriata e richiedono operazioni sia fisiche che energetiche (massaggi, bagni, sopladas) per essere ricollocate correttamente e porre fine alla sofferenza.


La soplada
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La soplada è un atto terapeutico più comune e semplice per il guaritore, ma deriva dalla stessa logica. In questo caso, il guaritore esala il fumo di tabacco sul corpo del paziente, sulle parti interessate o su aree di concentrazione energetica come la corona della testa, la punta delle mani, la schiena, il torace o la punta dei piedi. Il fumo di tabacco si carica con l'energia del guaritore e agisce come un prolungamento avvolgente del suo corpo energetico verso il corpo energetico del paziente. Unendosi con l'aura energetica del paziente, trasmette la sua stabilità energetica e al contrario il corpo energetico del guaritore assorbe i disturbi energetici del suo paziente. Se il disturbo energetico del paziente è relativamente forte, può alterare l'energia del guaritore che la regola immediatamente mediante una reazione ortosimpatica, di solito eruttando e talvolta vomitando.

Il mapacho ha un contenuto più elevato di nicotina rispetto alle sigarette commerciali e quindi i suoi effetti psicotropici sono maggiori, ma allo stesso tempo osserviamo che il fumatore diventa presto saturo quindi è difficile osservare un consumo eccessivo di mapachos con scopi ludici. L'effetto rilassante del tabacco, la piacevole sensazione prodotta dall'attivazione del circuito dopaminergico e dei recettori nicotinici e colinergici del sistema nervoso centrale, sono molto rapidi nel caso del tabacco fumato (primi effetti dopo sette secondi), cosa che può influenzare lo sviluppo della dipendenza al suo uso. La dipendenza ai mapachos apparentemente è anche minore rispetto alle sigarette commerciali.


Il tabacco pianta universale

All'interno della visione olistica del curanderismo amazzonico, l'essere umano è legato alla natura nei suoi diversi elementi: terra, acqua, aria, fuoco. Ogni elemento è legato a certe caratteristiche fisiche e psicologiche dell'uomo e possiede il proprio spirito. Allo stesso modo, ogni pianta manifesta l'energia di alcuni di questi elementi. Quindi ci sono piante legate alla terra (yawar panga o Aristolochia didyma), piante legate all’acqua (ushpawasha sanango, yaku sisa), piante d’aria (rose sisa - Tagetes erecta) e piante di fuoco (ajo sacha - Mansoa alliacea; mucura - Petivera alliacea). Ogni pianta ingerita in condizioni appropriate stimolerà le funzioni fisiche e mentali del paziente corrispondenti all'elemento indicato. Alcune piante raccolgono nel loro corpus energetico diversi elementi, sono piante miste: così la bubinzana - Callandria angustifolia, si collega con la terra e con l'acqua.

Il tabacco rappresenta una delle poche eccezioni nel senso che è collegato ai 4 elementi della natura e quindi è considerato "pianta universale". Secondo la nostra conoscenza, in Perù, troviamo questa stessa caratteristica solo nella pianta della coca, il cui ruolo dominante nelle culture andine è ben noto. Questa potenzialità dell'universalismo del tabacco consente di combinarlo con qualsiasi altra pianta senza alcuna opposizione o effetto negativo. Il tabacco agisce quindi per rinvigorire o potenziare l'effetto della pianta con cui è associato. Questa qualità lo rende molto utile nell'uso terapeutico.

In diverse culture, il tabacco è associato ad altre piante psicoattive. Ad esempio, durante la conquista del Messico, il cronista Bernal Díaz del Castillo riferisce che il re azteco Montezuma offrì ai suoi ospiti, dopo cena, cacao e pipe piene di tabacco. Nell'Amazzonia peruviana è mescolato con datura e ayahuasca; e sulla costa con cactus di mescalina. Nel gruppo etnico Yagua, l'energia di ogni pianta psicoattiva è caratterizzata da una certa "velocità" che viene percepita nei suoi effetti diretti o nei sogni, con una sensazione di volo o di viaggio. Chaumeil specifica che: "il tabacco il cui compito è quello di accompagnare le madri delle piante nelle loro dislocazioni, deve quindi adattarsi alla loro velocità".


Caricare o ikarare

Il fumo di tabacco agisce pienamente quando è adeguatamente potenziato, quando agisce come un vettore dell'intenzionalità consapevole del tabaquero e come vettore delle sue energie. Per questo, il guaritore dovrá caricare il tabacco attraverso gli ikaros (canti terapeutiche), l'uso della pipa preparata o curata e di preghiere o invocazioni in cui manifesta la sua intenzione di guarire.

Chaumeil ci dà un esempio di ikaro per chiamare lo spirito madre del tabacco durante l'iniziazione di uno sciamano Yagua:

Chiamerò la madre del tabacco (chiamato) yéééé yééééé madre del tabacco (bis) ... Ti sto chiamando! Fumiamo, ti sto chiamando! Io ti sogno (canto per farti venire) Ti chiedo che venga la mia gente Sogno te madre del tabacco è per questo che ti chiamo per accendere il mio sigaro Io ti sogno, fumiamo insieme.

Gli ikaros sono canti rivelati ai guaritori da parte degli spiriti durante gli stati modificati di coscienza: le "diete", le sessioni di ayahuasca o l’assunzione di altre piante visionarie (toe o Datura sp, Purgahuasca o Banisetriopsis sp, tabacco) e sogni. Non sono creazioni estetiche ma trasmissioni o insegnamenti del mondo spirituale con funzioni specifiche. Quando arrivano da un maestro, è necessario incorporarli al corpo energetico dell’apprendista cantandogli l'ikaro o ikarando direttamente sul corpo dell’apprendista e, allo stesso tempo, sulla sua pipa. Così, una volta caricato il tabacco, il maestro procederà a soffiare il corpo del suo apprendista con il fumo di tabacco ikarado. Gli ikaros sono oggetti energetici con una "forma" o una struttura energetica propria e devono adattarsi comodamente nel corpo dell’apprendista e poi del guaritore. Durante le cruzaderas o disturbi di energia e interferenze, gli ikaros possono muoversi e questo movimento non permette loro di incastrarsi adeguatamente: ciò provoca dolore nel corpo fino a quando non viene messo di nuovo al suo posto con massaggi e sopladas di fumo di tabacco. Vediamo ancora una volta che questo non è un linguaggio immaginario o virtuale, ma corrisponde ad esperienze che raggiungono la dimensione fisica, materiale.

Oltre alla forza propria dell'ikaro, il guaritore mobilita le sue energie incorporate quando canta l'ikaro, specialmente quando evoca lo spirito delle piante che ha ingerito durante la dieta e la cui energia ha assimilato. Quando una persona canta un ikaro imparato a orecchio, senza aver ricevuto l'ikaro nel suo corpo di un maestro e senza aver ingerito le piante invocate nella canzone terapeutica, l'effetto dell'ikaro risulta notevolmente diminuito o nullo.

Alcune tecniche mirano a incorporare nel corpo del paziente le virtù o la matrice energetica degli elementi della natura (animali, fiumi, gorghi, stelle, fenomeni naturali come la pioggia) o elementi più moderni (acciaio, armi, coltelli, benzina) soffiando il fumo di tabacco caricato dal corrispondente ikaro. La forza e il potere dello yanapuma (puma nero), del boa bianco, dello yanguntoro (armadillo), del toro nero sono spesso evocati a questo livello. Queste protezioni o difese sono chiamate arkanas.

È interessante notare che il fumo di tabacco ha un sapore diverso quando viene caricato con l'ikaro o ikarado, segnalando così un vero cambiamento di energia, percepibile in modo sensibile. Il potere della soplada è anche legato alla qualità del tabacco utilizzato, maggiore è il contenuto di nicotina e aromi, migliore è l'effetto.

La pipa o shimitapon (che copre la bocca o shimi in quechua) gioca un ruolo importante. È tradizionalmente fabbricata manualmente in legno pregiato (palosangre o Brosimum Paraense) che non marcisce (Quinilla o Manilkara bidentada). L'ugello può essere aggiunto con un ramo dritto e sottile, trafitto al suo mezzo, spesso estrattao dall’arbusto chiric sanango (Brumfelsia grandiflora), o con un osso (spesso la zampa di un uccello come tanrilla o Eurypyga Helias). È noto anche come cachimba/o, vocabolo oriundo cazimba attraverso il portoghese cacimba proveniente dal Brasile. Per essere preparata e curata dev’essere cotta per lunghe ore nella miscela di ayahuasca, principale pozione visionaria amazzonica (Banisteriopsis caapi e Psychotria viridis) ed eventualmente con altre corteccia. Il maestro poi ikara la pipa con canti sul tabacco. Al momento di fumare tabacco nella cachimba questa acquisisce la forza dell’ayahuasca e di altre piante, e della ikarada del maestro. Così, la pipa, come oggetto consacrato, è considerata come un'appartenenza personale unica e uno strumento terapeutico essenziale.

Il guaritore a volte aggiunge gli aromi della corteccia dell'albero di cannella (Cinnamomum zeylanicum o Cinnamomum verum J.Presl) masticando un pezzo di corteccia mentre soffia il fumo del tabacco, o aggiungendo cannella alla pipa affinché si bruci insieme al tabacco. La cannella gioca un ruolo attivo nel bilanciamento energetico.

Un'altra modalità di esecuzione della soplada è dedicata specificamente per trattare i pazienti con problemi di stregoneria. In questo caso, il guaritore posiziona in bocca la parte accesa del suo mapacho (sigaretta rustica) e soffia il fumo attraverso l'altra estremità sul corpo del suo paziente. Abbiamo assistito a una guarigione di questa natura condotta da un maestro indigena Piaora (Venezuela) durante una sessione di ayahuasca per estrarre gli effetti tossici di un virote. Ha usato un lungo sigaro di circa 30 cm e ha soffiato lentamente il fumo del tabacco sul corpo del paziente, molto vicino alla sua pelle, come se seguisse linee invisibili. Quindi ha proceduto ad assorbire le energie cattive così mobilitate e le ha vomitate come un atto di liberazione finale e definitiva.

Infine, come in ogni atto rituale, l'intenzione del guaritore gioca un ruolo fondamentale nel processo della soplada. Questo si esprime attraverso preghiere o invocazioni agli spiriti protettori o alleati del guaritore. Spesso il guaritore parla direttamente al tabacco portando il becco della pipa alla bocca per sussurrare le sue richieste e manifestare la sua intenzione.


La singada

Oltre l'assunzione per via orale e digestiva o polmonare, esiste una terza modalità di assimilazione tradizionale nel curanderismo peruviano, attraverso la via nasale. In questo caso è solo tabacco sotto forme solide (tabacco in polvere o rapé) o liquide (estratti in acqua o liquore di canna). La prima forma di inalazione di polvere di tabacco (rapé) è comune in Amazzonia mentre nella costa peruviana si trova di preferenza l’inalazione liquida associata all'utilizzo del cactus Sampedro o Huachuma (Opuntia cilindrica o Echinopsis Pachanoi o Trichocereus pachanoi). Guillermo Cruz definisce l'atto di singar (singa = naso in quechua) come "la capacità di assorbire e deglutire tabacco macerato o alcool estratto attraverso il naso". In quest'ultimo caso, il succo di tabacco viene solitamente inalato in una ciotolina dopo essere mescolato con liquore di canna, cosa che viene definito “accarezzare” il tabacco. Così è descritto dall'autore sopra menzionato durante una cerimonia di guarigione o mesada nella costa settentrionale del Perù:

"Lo stregone inizia con “singar” cioè aspirare per una narice una macerazioen di tabacco in acqua o un infuso di tabacco in alcool o in agua florida, foglie o quaña di tabacco. La macerazione è posta in una grande conchiglia e quindi viene distribuita in piccole porzioni da 10 a 20 cc. ad altri gusci più piccoli. Si può cominciare a "singar" per qualsiasi delle due narici, lo stregone ne ordina di prenderne due o tre a destra e due o tre a sinistra; in questo caso si deve assorbire lo stesso numero dell’altra narice; quando ordina di prenderne tre o quattro mani bisogna prendere 3 o 4 volte il contenuto della conchiglia. Se viene assorbito una volta da una narice, deve essere pareggiato dall’altra. Bisogna attendere 20 minuti per ogni "singada", dopo due "singadas" si prende l'Opuntia. Può anche essere presa senza "singar" Questa abitudine è molto antica, e risale all’epoca pre-Inca sicuramente, dato che Montesinos la cita nelle sue cronache".

Quest’atto può essere seguito dal vomito considerato come una pulizia del corpo e dell'anima del soggetto. Questa modalità di assimilazione del tabacco è descritta da tempi remoti ed in varie latitudini dell'America. Il cronista Ramón Pané, alla fine del XV secolo, osserva nei Taínos de Hispañola l'inalazione della polvere di Cohoba (Piptadenia peregrina) mescolata con succo di tabacco che produceva un'intossicazione destinata a rituali riservati a capi e sciamani. Era la cerimonia più importante nella vita religiosa dei Tainos.

Nella giungla, il tabacco finemente polverizzato viene inalato o soffiato nelle narici dal soggetto stesso (con una cannula a "V" fatta da due ossa di uccello attaccate dalla gomma) o da un altro individuo. Questo gesto provoca la stimolazione diretta del cervello poiché il nervo olfattivo rappresenta praticamente una protuberanza del cervello. L'effetto psichico è immediato con una sorta di esplosione mentale di energia, con mal di testa, percezione di lampi luminosi e breve stupore mentale o stupore seguito da un forte risveglio dell'attenzione. Si genera secrezione nasale e secrezione lacrimale per l’eliminazione. A seconda della dose, dopo pochi secondi o minuti, i pensieri si schiariscono, sorge la chiarezza mentale e infine uno stato visionario. Questo violento risveglio, seguito dalla capacità di concentrazione, chiarezza e calma mentale, è usato soprattutto per far tornare in se stesse le persone che si trovano in stati confusionali durante la sessione di Ayahuasca. Si trova in forma più mite come rito di benvenuto in alcuni gruppi etnici della foresta pluviale brasiliana.


Lo spirito del tabacco

Uno spirito presiede ogni pianta medicinale e corrisponde alla sua "matrice spirituale" nel mondo invisibile o mondo-altro. Questa matrice è un'entità vivente non direttamente sensibile, senza corporeità, ma dotata di una propria struttura (forma specifica) e di una qualità energetica. Nella persona che ingerisce correttamente il tabacco, queste virtù energetiche si manifestano nei diversi livelli strutturali dell'essere umano: corpo, mente e spirito. Esiste una comunione energetica tra l'essere umano e la natura di cui è parte integrante. Alcune piante raggiungono un alto grado di "familiarità" con l'essere umano e questo è specialmente il caso delle piante psicoattive.

Questa relazione intima è dimostrata a livello materiale dalla somiglianza (e talvolta dall'uguaglianza) degli alcaloidi di queste piante con i neurotrasmettitori del cervello umano. Pertanto, l'assunzione adeguata di queste piante non costituisce una violazione o una effrazione del corpo umano, ma piuttosto uno stimolo delle funzioni fisiologiche naturali generalmente dormienti e persino atrofizzate nel prototipo di un occidentale medio. Ad esempio, la dimetiltriptamina (DMT) presente in alcune piante psicoattive (chacruna o Psychotria viridis, virola o Virola calophylla, yopo o Anadenanthera peregrina e altre mimose e acacie) è secreta dalla ghiandola pineale dell'essere umano e, così come la serotonina, deriva dalla via metabolica del triptofano.

Uno spirito presiede ogni pianta medicinale e corrisponde alla sua "matrice spirituale" nel mondo invisibile o mondo-altro.

La percezione dello spirito di una pianta ingerita viene inconsciamente interpretata dal cervello umano, paragonando le sue caratteristiche a referimenti della vita sensibile. Questa è una rappresentazione o figurazione di un'entità spirituale, non sensibile, con il cervello che fa appello a simili esperienze concrete nella vita di tutti i giorni e agli archetipi universali che vengono dedotti dalla comunità della vita umana. In quest'ultima dimensione, situata nelle profondità della psiche umana, le rappresentazioni sono transculturali o meglio pre-culturali.

Così quando un gruppo di francesi hanno preso un estratto acquoso di tabacco nel proprio paese, i partecipanti sono stati invitati a segnalare con aggettivi la loro percezione soggettiva delle qualità del tabacco così come sperimentate. Sono stati raccolti i seguenti epiteti: "Potente, purificante, denso, penetrante, strutturante, caldo, rassicurante, impregnazione, giusto, tranquillo, rigoroso, leale, che da buon consiglio, affidabile, sicuro, felice, rivitalizzante".

Segnalano come l’ingerire il succo di tabacco li abbia raddrizzati, abbia risvegliato la loro mente, ridando presenza a loro stessi, consentendo l'accesso ad altri stati di coscienza che consentono sane prese di coscienza e fornendo l'accesso a realtà metafisiche che nutrono e purificano l'anima. Essi concludono riconoscendo nel suo complesso che "il tabacco è uno strumento di rigenerazione per ricordare il dimenticato, o la verità del corpo, delle energie, della realtà esterna e della realtà interiore, della psiche e dell’intelletto fino alla punta dell'anima "(p.61).

Troviamo in queste qualificazioni alcune caratteristiche delle funzioni maschili (yang nella tradizione orientale), raggruppate attorno alle nozioni di forza e struttura. Il tabacco interviene e agisce per pulire, ordinare, verticalizzare. Rappresenta una saggezza serena, sicura, confortante e stimolante. Assume una funzione "paterna" riassunta in questo detto: "la madre dà e il padre ordina".

Corrisponde alle percezioni indigene in cui il tabacco è considerato uno spirito che assume tre funzioni principali: - Chiarezza mentale; - Forza; - Protezione;

La rappresentazione visiva antropomorfa dello spirito del tabacco nelle pratiche mediche indigene è sotto i tratti di un uomo muscoloso, dalla pelle scura, a volte con un cappello bianco in testa. Negli ikaros è chiamato il sinchi negrito (sinchi = forte in quechua), ovvero l’uomo nero e forte. In questa immagine riconosciamo riassunte visivamente le stesse caratteristiche che i francesi descrivevano, pur essendo ignoranti della cultura amazzonica: mascolinità, virilità, densità (colore scuro), potere, protezione e ordine dei pensieri (cappello), ben ispirati (colore brillante del cappello). È interessante notare che il colore nero qui non rappresenta una qualità negativa ma una concentrazione di luce, una densità estrema.

L’ottenzione dei benefici del tabacco avviene prima attraverso un periodo di purificazione delle qualità opposte. Quindi, quando si prende il succo del tabacco, verrà inizialmente percepito: - Accelerazione di pensieri, confusione, mal di testa; - Debolezza accentuata dove sostenere la testa stessa diventa difficile; - Sensazione di vulnerabilità, mancanza di protezione;

Dopo l'epurazione dal tabacco mediante vomito e diarrea, o la sua assimilazione graduale, si accederà a stati benefici di calma mentale con capacità di concentrazione e ispirazione positiva; forza fisica, mentale e spirituale; senso di protezione e difese contro le energie "cattive". Nella mia esperienza, in un'occasione, ho potuto così passare dall’esperienza di "bambola di pezza" sconnessa, esausta, alla percezione di collocare lastre di metallo nel mio petto, nella mia schiena ed in tutto il corpo che mi ha dato la sensazione diventare il "robocop" dei film moderni.

Il tabacco provoca una pulizia profonda e violenta. Permette evacuare tossine fisiche (ad esempio farmaci), veleni mentali (rabbia, orgoglio, gelosia, tristezza, ecc.) e infestazioni spirituali causate da atti di stregoneria, eredità trans-generazionali peggiorative, l’ingresso di uno spirito maligno attraverso pratiche di magia, occultismo, abuso sessuale, incesto, ecc. Il progresso dell’apprendista si manifesta quando egli smette di vomitare durante l'assunzione di succo di tabacco ed è in grado di assumere dosi progressivamente crescenti. Si considera allora che la "forza" del tabacco si è installata nel corpo dell’apprendista, che è ora pulito.

Una volta che il potere del tabacco è stato assimilato nelle sue forme solide e liquide, il tabacco fumato prolungherà ed esalterà quegli stessi effetti in una dimensione ancora più aerea e ignea, cioè facilitando un'ispirazione positiva per i pensieri e la vita spirituale. Il fumo di tabacco nutre la vita spirituale, sia lo spirito umano che gli spiriti della natura o la gerarchia del mondo superiore. Pertanto, il maestro guaritore spesso innafia le piante medicinali che usa con il succo di tabacco o le soffia con il fumo di tabacco. Un'altra illustrazione del concetto rituale universale della nutrizione degli spiriti attraverso il fumo di tabacco si trova nel personaggio andino dell'ekeko:

"L'Ekeko, spirito di prosperità e abbondanza, è una bambola di terracotta che può essere di varie dimensioni, ma che è generalmente di circa 20 cm di altezza. Rappresenta un uomo con i vestiti tipici della regione andina che si estende dal centro del Perù al nord-ovest dell'Argentina. Dal suo corpo pendono piccole borse, che come bisacce contengono cereali, tabacco e banconote arrotolate che funzionano come offerte votive per promuovere l'acquisizione di beni materiali. Il possessore dell'Ekeko può aggiungere nuove offerte in miniatura che saranno appese alla statuetta o che verranno posizionate accanto ad essa, rappresentando ciò che si vuole ottenere. Per ottenere i favori richiesti, bisogna far "fumare" l’Ekeko nel momento in cui si colloca l'oggetto. A tal fine, la figura presenta una cavità nella zona in cui dovrebbe essere la bocca, ed è qui che deve essere collocata una sigaretta accesa. Se il desiderio o la richiesta è accettata, dalla sigaretta uscirà del fumo come se l'Ekeko fumasse davvero".

Tuttavia vale la pena notare che l’atto di fumare tabacco per gli esseri umani dovrebbe essere canalizzato attraverso il rituale corretto e con una chiara intenzione da parte del maestro o chi utilizza il tabacco. La violazione delle norme relative al corretto uso del tabacco da come conseguenza il fatto che il tabacco può diventare nocivo a causa della manipolazione inopportuna che gli si da. E questo accade in due modi principali e complementari.

Nel caso di infestazione di un essere umano da parte di uno spirito parassita, la fonte può essere trans-generazionale (ad esempio, l'eredità di uno spirito per suicidio, incesto, incredulità, ecc.), casuale (frequentazione di un sito infestato, per esempio), risultante da un atto di stregoneria (danno intenzionale a terzi, maledizione, ecc.) derivante da pratiche spiritualmente trasgressive (spiritualismo, occultismo, canalizzazione incorrecta o channeling tipo Reiki, divinazione, pratiche di magia, profanazione di luoghi o cose sacre, ecc.) o per contagio durante una condizione di vulnerabilità o permeabilità energetica (per esempio assunzione di droghe, atti sessuali inappropriati).

Gli spiriti che vampirizzano il soggetto si nutrono del suo corpo energetico e lo inducono attraverso suggerimenti mentali negativi a continuare a trasgredire le leggi della vita. È quello che il linguaggio ecclesiastico classico definisce con il termine di "ossessione" e che può arrivare in rari casi a sopraffare quasi completamente la persona nei fenomeni di "possessione". Il fumo di tabacco in questi casi nutre lo spirito del vampiro e gli dà forza. Nel popolo Nahua del Messico osserviamo ad esempio che una delle sue principali divinità, Tezcatlipoca, signore della notte e onnipotente stregone, è anche chiamato "specchio fumante".

In modo complementare, senza necessariamente che vi sia una infestazione, il consumo di fumo di tabacco in un soggetto che non ha superato i precedenti passaggi di assunzione liquida-solida e che inoltre inala il fumo di tabacco invece di ingerirlo, si traduce in una sorta di deviazione dall'energia spirituale verso la mente. Ciò costituisce di per sé un atto trasgressivo, in quanto inverte la gerarchia naturale in cui il piano spirituale trascende quello mentale. In effetti, spesso troviamo questa procedura nelle persone che cercano ispirazione (scrittori, artisti, musicisti...) che "pompano" fumo di tabacco. Cosa che in realtà si traduce in un pompaggio delle loro energie psichiche e spirituali con corrispondente usura. L'essere umano è posto alle dipendenze di uno spirito vegetale, invertendo di nuovo l'ordine naturale e contingente. In un certo senso, lo spirito del tabacco è pervertito da un atto di profanazione in cui lo stesso soggetto gli concede di avere potere su se stesso. Il potere vitale del tabacco diventa una forza letale che miete tra i 3,5 ed i 4 milioni di morti ogni anno in tutto il mondo, diventando così uno dei primi tre problemi di salute pubblica.

Un esempio illustrativo di questa procedura si trova nella personalità fondatrice della scuola psicanalitica, Sigmund Freud, e descritto con raffinatezza da Philippe Grinberg : "Consumando 20 sigari al giorno per tutta la sua vita fino alla sua morte per cancro della mascella, Freud riconosce che il tabacco è la sua "sostanza di lavoro" e nonostante questo, in tutte le sue opere, tratterà il tema del tabacco una sola volta, designando il suo ruolo come "sostituto della masturbazione". La massima funzione dello stimolo creativo per il tabacco nella vita di Freud porta l'autore a scrivere che "si può affermare senza paura di esagerare, che i progressi della teoria freudiana sono stati alimentati dai fumi del tabacco". E abbiamo una chiara illustrazione dei risultati di questa profanazione con una teoria psicoanalitica che ha ridotto l’essere umano alla sua dimensione psico-emozionale con enfasi sul sesso, e contemporaneamente cercato di annullare la dimensione spirituale proclamando la "morte di Dio".

Un altro parallelismo emerge con l'uso popolare del fumo e del succo di tabacco per respingere gli insetti velenosi, allontanare i serpenti ed estrarre i parassiti cutanei (miasi). Queste pratiche concrete riecheggiano nella dimensione materiale la funzione "esorcista" del tabacco a livello energetico o spirituale. Rappresentano un valido meccanismo del tabacco nei diversi livelli della creazione, visibili e invisibili. Così il tabacco fumato in condizioni corrette (preparazione, intenzione, rituale) attrae gli spiriti buoni e allontana quelli cattivi, genera buona ispirazione e protegge da quella maligna. Gli indigeni Wauja dell’Alto-Xingu nell'Amazzonia brasiliana dicono a modo loro che "l'odore del tabacco attrae gli spiriti".

In altre parole, a seconda dell'adeguatezza del contesto rituale, il fumo di tabacco nutrirà lo spirito umano o viceversa, il tabacco si arricchirà svuotando lo spirito umano. Come sottolinea Michel Mouret (op.cit.), nella sua forma nociva il fumo di tabacco tende ad alimentare la fantastica dimensione egoistica del soggetto a scapito del suo Io profondo: "Nel suo duplice aspetto, attraverso il fumo, di morte dell'essere spirituale a beneficio dell'ego immaginario o di morte dell'ego immaginario per il beneficio di un essere incarnato nello spirituale, si può dire che il tabacco potrebbe rappresentare, in modo allegorico, l'opzione di libero arbitrio prima della chiara conoscenza del bene e del male. (...) Se mi allontano dalle realtà buone o cattive, entro nel puro immaginario, cioè in cose che non hanno consistenza, che non sussistono, che non esistono in se stesse, cioè che non nutrono lo spirito".

A seconda dell'adeguatezza del contesto rituale, il fumo di tabacco nutrirà lo spirito umano o viceversa, il tabacco si arricchirà svuotando lo spirito umano.

Il tabacco utilizzato correttamente permette di lasciare il mondo virtuale delle fantasie dirette a soddisfare la auto-contemplazione di se stessi, per scoprire la vera vocazione umana alla realizzazione spirituale completa che consiste nella contemplazione della Vita o di Dio; vale a dire passare dall'io egoistico all’essere trascendente, passando per l'intelligenza del cuore che ci riporta a questa espressione dei primi cronisti che hanno descritto il tabacco come "erba cordiale".

Il tabacco rappresenta il mediatore per eccellenza tra questo mondo e il mondo-altro, il mondo sensibile e il mondo invisibile, il mitico mondo primordiale e il mondo della manifestazione in cui viviamo la nostra vita quotidiana. Assume quindi un ruolo di ispirazione, consentendo di ricevere gli ikaros, l'insegnamento della sapienza eterna, la comprensione e decodifica dei messaggi provenienti dal mondo degli spiriti. Questa qualità è paragonata al potere della lettura-scrittura occidentale secondo il popolo Guajiro che l'antropologo Michel Perrin (1992) intervistò . Pertanto, svolge un ruolo fondamentale nei molteplici rituali d'America, specialmente nelle attività curative, religiose e iniziatiche e la sua descrizione esaustiva è impossibile.

Perrin descrive in questo modo come il tabacco funge da veicolo essenziale per relazionarsi con il mondo invisibile: Una sciamana nel 1979 mi disse: "La sciamana si apre su tutto il corpo a causa dello yüi, del succo del tabacco. (...) Poi la sua voce esce dalla sua pancia, canta, il suo spirito viene e parla con lei.... Perché il tabacco è pülasü, ha poteri. (...) Quando la sciamana finisce il succo di tabacco, quando riapre gli occhi, la sua canzone diventa timida, insicura e si blocca”. E in ogni atto curativo, è con il suo alito carico di succo di tabacco che lo sciamano curerà i mali, facendo ritornare le anime o espellendo gli elementi patogeni dal corpo. Il tabacco costituisce quindi per i Guajiros sia un veicolo sia un segno: permette di raggiungere il mondo-altro ed è l'emblema dello sciamanesimo.


Profanazione del tabacco nel mondo occidentale

Sradicato dalle culture americane e allontanato dal suo uso rituale, è arrivato in Europa e in Asia come un dono esotico, di cui si è scoperto rapidamente l’uso ludico e sollevando paure e opinioni contrastanti. Si segnala il suo arrivo in Europa nel 1503, e nel giro di un secolo si è diffuso in tutto il pianeta, dimostrando la sua capacità universale di relazionarsi con gli umani. Dal 1605, il tabacco viene coltivato in Giappone. Più tardi, e grazie ai dottori Nicolás Monardes, che pubblicó "Storia medica delle cose che vengono portate dalla Nuova Spagna" (1695), e Jean Nicot, ambasciatore di Francia in Portogallo e dottore della corte del re Enrico II di Francia, il suo valore medicinale fu scoperto così come il suo valore commerciale, volgarizzandolo e raggiungendo una distribuzione globale.

Con l'arrivo dell'era industriale il consumo di sigarette è aumentato enormemente. In Francia la prima macchina per arrotolare sigarette di Le Maire fu costruita nel 1843. All’esposizione universale 1878, Surini e Durand presentarono una macchina che poteva produrre 3600 sigarette all'ora. La preparazione manuale di sigarette (di solito in foglie di mais) gradualmente scomparve per mettere a disposizione dei consumatori sigarette già pronte che potevano essere fumate direttamente. Parallelamente, alla fine della prima parte del XIX secolo (1843) apparvero i fiammiferi che diedero immediato accesso a una fonte di fuoco per accendere la sigaretta.

È opportuno notare che in questo nuovo contesto la pianta del tabacco ha perso il suo ruolo medicinale e spirituale, e da allora la storia è ben nota: dall'oblio del suo uso ritualizzato ed esclusivamente nel campo della medicina, al boom commerciale del suo uso ricreativo e sociale; dall'inclusione di additivi sintetici nelle sigarette per aumentare la loro vendita, all’accertamento dell'effetto nocivo sulla salute dei prodotti della sua combustione. L'uso del tabacco è divenuto totalmente profano e ludico, ha perso ogni ritualità. La pianta sacra si è trasformata in un veleno mortale.

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I benefici medici descritti nel 1695 da Monardes erano simili a quelli manifestati dai nativi americani: rinnovamento e pulizia del cervello, dolori al petto, alitosi, vermi, dolori, guarigione, antidoto alle ferite da parte di animali velenosi e frecce avvelenate. Questi effetti furono confermati nel 1828 quando fu scoperto il principio attivo del tabacco, la nicotina. Da allora in poi venne enfatizzato l'effetto sul sistema nervoso centrale e sulla psiche. Dalla fine del secolo scorso sono state studiate le applicazioni mediche del tabacco, in particolare per la prevenzione e il trattamento di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson , nonché come palliativo per la schizofrenia, il deficit di attenzione e la sindrome di Tourette.

Nonostante la dimostrata diffusione dell'uso ancestrale del tabacco nelle popolazioni indigene, ci sono relativamente poche opere etnologiche incentrate sugli usi del tabacco, come quelle di Johannes Wilbert, Gately e Perrin. L'attuale discussione clinica accademica ci conduce inevitabilmente al campo oncologico o legale, all'impegno politico-legale degli stati per il suo controllo-punizione, ostacolato solo dagli enormi interessi economici dell'industria del tabacco. Per questo motivo, ci sembra opportuno sottolineare l'interesse del congresso organizzato da Takiwasi nel 2006 sul tema: "Il tabacco come pianta per l'insegnamento e la cura". Sebbene il tabacco in Occidente inizialmente includesse forme solide (masticato, inalato), si è infine imposto il consumo del tabacco fumato che è arrivato a dominare quasi interamente l'era moderna.

Infatti, in Occidente, è stato a partire dal tabacco che è stato scoperto e introdotto l'atto di fumare, inteso come assorbimento diretto e intenzionale dalla bocca di vapori o fumi derivanti dalla combustione di alcune sostanze. La cannabis e l'oppio che in precedenza in Europa venivano impiegati a scopi medicinali in forma liquida e per via orale (nel vino, nelle infusioni o nei decotti) iniziarono ad eessere fumati nel sedicesimo secolo a partire dall'uso del tabacco. Il tabacco rappresenta attualmente il 75% del totale di piante fumate in Europa.

La prima forma di fumo primitivo risale all'antichità quando alcune sostanze aromatiche vegetali o minerali venivano gettate sulle braci, liberando così un fumo denso e aromatico con il quale il corpo veniva fumigato, in modo che fosse inalato indirettamente. L'incenso, la salvia, il benzoino, la mirra e molti altri prodotti naturali facevano parte delle risorse terapeutiche inalate in questa modalità piuttosto che fumate. Avevano già una chiara connessione con le pratiche spirituali e nel Tempio di Gerusalemme la tavola di incenso era già al centro della liturgia ebraica. L'uso del tabacco polverizzato e inalato si diffuse inizialmente in Europa in parte come un attributo della nobiltà e della borghesia mentre il tabacco da fumare veniva lasciato al popolo. In seguito le cose si sono invertite ed il fumo è diventato un attributo della nobiltà. Di solito viene inserito un po' di tabacco in polvere nella depressione che si trova tra il dorso della mano e la base del pollice, prima di portarlo al naso e inspirare. Questo uso si è diffuso così tanto che le descrizioni anatomiche parlano di questa depressione come "tabacchiera anatomica". Prendiamo l'esempio della Francia per vedere come la dimensione spirituale del tabacco ha generato diverse passioni e conflitti.

Il tabacco è stato introdotto in Francia da un monaco, André Thevet, al ritorno dal Brasile con la pianta che inizialmente chiamerà Thevetiana. Nel 1623 il cardinale Richelieu, primo ministro del re, propose la prima tassa di 30 franchi per libbra di tabacco importata in Francia. Tuttavia nel 1642 papa Urbano VII in una bolla, minacció di scomunica coloro che consumavano tabacco durante la messa. Il re Luigi XIV pronunciò un editto nel 1682, che recitava: "Si può inalare il tabacco una sola volta durante le messe e questo sarà offerto ai parrocchiani dai maggiordomi". Bossuet, famoso sacerdote oratore, nei suoi "Sermoni" proclamò nel 1698 che è un peccato consumare tabacco durante la messa e chiese "di eliminare quella scandalosa indecenza nella Casa di Dio".

Nonostante questo il consumo aumentó nel diciassettesimo e diciottesimo secolo. I poveri masticavano tabacco mentre le donne della nobiltà lo fumavano nella pipa, oggetto introdotto dagli inglesi. Gli autori classici diffusero questa moda. Il drammaturgo Corneille affermò "Il tabacco è divino, niente è uguale a lui", mentre Molière dichiarò "È la passione delle persone oneste e chi vive senza tabacco non è degno di vivere".

Questo dimostra la complessità delle reazioni riguardo al tabacco a causa della relazione che suscita con il mondo dell'ispirazione, la sua dimensione religiosa o spirituale e le influenze economiche e politiche. Il legame tra religione e tabacco continuerà fino a molto tardi, specialmente nella regione occidentale del Poitou in Francia, dove fino a 50 anni fa era ancora inalato durante le messe come riportato in certe testimonianze: La parrocchia designava tre uomini - i maggiordomi ("marguilliers" in francese) - principalmente per aiutare il sacrestano durante le cerimonie religiose (...). Durante la distribuzione del pane benedetto, i maggiordomi avevano una tabacchiera in mano e, oltre al bocconcino di pane, offrivano agli uomini un pizzico di tabacco. Coloro che l'accettavano prendevano il pizzico di tabacco in polvere, lo mettevano sul dorso della mano e lo inalavano rumorosamente. Nel silenzio della chiesa si potevano udire quegli sbuffi. Era qualcosa di molto speciale.

Questa tradizione si è mantenuta fino ad oggi, ma in modo folcloristico, nella città di Machecoul in Vandea, durante l’annuale festa parrocchiale. Secondo gli organizzatori, la tradizione risale all'anno 1638, quando i maggiordomi proponevano la polvere da inalare ai parrocchiani durante la messa domenicale, compito che era loro attribuito durante tutto l'anno. Senza addentrarci in un argomento che esula dal soggetto trattato, vale la pena di stabilire brevemente un parallelismo tra le due sostanze di maggior consumo fumate oggi: tabacco e cannabis.

Mentre il tabacco simboleggia pienamente le virtù maschili, la marijuana a sua volta rappresenta pienamente le virtù femminili. Il suo uso ludico o ricreativo nella società occidentale post moderna deriva dallo stesso comportamento consumistico e de-ritualizzato. Una profanazione simile a quella del tabacco genera gli stessi inconvenienti, cioè nutrire i fumatori a livello mentale con realtà spirituali che non possono assimilare o concretizzare. Il genio ispiratore della marijuana rimane limitato a progetti mai riportati nel campo della realtà quotidiana, con l'indebolimento dell'energia mentale (sindrome a-motivazionale, distrazione e dimenticanza), aggressività repressa, sopravvalutazione dei pensieri a scapito dei sentimenti appagati, perdita del legame con il mondo esterno attraverso un’auto-contemplazione egoistica che può, all'estremo, scatenare attacchi psicotici.

Anche in questo caso, nelle società tradizionali con una lunga esperienza nell'uso della cannabis, prima di fumarla questa era ingerita nelle sue forme solide e liquide e all’interno di un processo rituale e lungo di apprendimento. Abbiamo sviluppato questo argomento in un altro articolo a cui facciamo riferimento. La cannabis si oppone al tabacco nel senso che, se quest'ultimo è caratterizzato per manifestare virtù totalmente maschili, la cannabis possiede virtù completamente femminili (ricettività, intuizione, sensibilità, tenerezza, etc.). Mentre lo standard della cannabis è condensato nell’epopea "peace and love” caricaturata dagli hippies femminilizzati con capelli lunghi e larghi abiti a fiori, la pubblicità relativa al tabacco ricrea le immagini di ipotetici uomini “macho” come i cowboy del far west con la barba lunga, abbronzati, rustici e persino rudi, vestiti di cuoio. Il tabacco è sempre stato parte della razione del soldato per simboleggiare la virilità, allo stesso tempo che uno strumento per scacciare la noia, stimolare la convivialità, mantenersi sveglio e vigile e ridurre l’angoscia . Tuttavia, in entrambi i casi si tratta di una falsa assimilazione delle virtù di ciascuna pianta in quanto si procede ad un’assimiliazione in forma di fumo prima di aver incorporato la forza della pianta nella sua forma solida e liquida come vuole la legge naturale: il femminile precede sempre il maschile.

Nelle società tradizionali con una lunga esperienza nell'uso della cannabis, prima di fumarla questa era ingerita nelle sue forme solide e liquide e all’interno di un processo rituale e lungo di apprendimento.

Inoltre, la mancanza di preparazione, la mancanza di intenzione cosciente, l'assenza di un rituale coerente, finiscono per trasformare il gesto dell'auto-iniziazione dell'adolescente in una caricatura di esso. Inconsciamente, il fumatore non iniziato incorpora, in modo trasgressivo, le virtù che la pianta possiede e che lo aiuterebbero a scoprire e sviluppare gradualmente in se stesso, purché rispetti i passi iniziatici appropriati. Questa profanazione porta piuttosto a una falsa sessualizzazione-differenziazione, che esclude la dimensione psichica e spirituale. Il fascino di quell'energia sessuale che si trova nella pianta porta il soggetto a diventare dipendente da essa. Una dipendenza forte e drastica (maschile) dal tabacco e sottile e gentile (femminile) dalla cannabis, al punto che i consumatori cronici di marijuana lo negano anche se fumano da decenni e parlano di "Maria-Juana" con il tono indiscutibile dell'amante incallito.

Non si rendono conto del fatto che, anche se possono smettere di consumare marijuana per diverse settimane e fino ad alcuni mesi (anche se in media abbiamo osservato che raramente si superano i 2 mesi), riprendono a consumare cronicamente, anche se a distanza di tempo. Un'intossicazione duratura con queste piante quando fumate arriva a modificare fisicamente il fumatore, fino al punto di femminilizzare il consumatore cronico maschile (magro, capelli sottili, filiforme...) e mascolinizzare il fumatore di tabacco (voce profonda o rauca, pelle secca, capelli corti...).


Prospettive per il futuro

La campagna globale contro il consumo tossico di sigarette tende a cancellare il notevole potenziale terapeutico del corretto uso del tabacco, tra cui troviamo anche la possibile disintossicazione da tabacco fumato grazie al macerato acquoso o la sua preparazione in tintura-madre e le sue diluizioni.

Le tradizioni millenarie ci insegnano che questa stigmatizzazione unilaterale del tabacco è inappropriata, perché lo riduce a un oggetto e vuole ignorare le condizioni di utilizzo che determinano i suoi effetti favorevoli o negativi. La nostra società paga le conseguenze della profanazione del sacro. In questo contesto i divieti spostano solo il problema ad altre sostanze naturali o sintetiche, come avviene da oltre due secoli, favorendo tra l’altro il suo commercio e le mafie. Ogni nuova droga psicoattiva è stata inizialmente presentata come una soluzione medicinale alla dipendenza ad un'altra droga: Freud ha usato la cocaina per trattare la dipendenza all’eroina di un suo amico. Egli stesso ricorse al tabacco per sostituire la sua dipendenza alla cocaina, e la stessa cosa accade oggi con la prescrizione del metadone per il trattamento della dipendenza da eroina. L’esperienza empirica dei popoli etnici con le sostanze psicoattive ci sfida a vedere la verità su noi stessi e a fuggire da una negazione colletiva suicida.

Il Centro Takiwasi utilizza procedure ispirate a questa conoscenza ancestrale per affrontare l'attuale e diffusa dipendenza da tabacco che è generalmente accompagnato dal consumo abusivo di altre sostanze che potenzialmente danno assuefazione (cannabis, alcol, cocaina, pasta base di cocina, farmaci, ecc.). Questa poli-intossicazione è uno dei più grandi problemi di salute pubblica in tutto il mondo. In questa forma di utilizzo, completata dall'approccio psicoterapeutico appropriato, si può invece apprezzare un effetto notevole a lungo termine sulla sindrome d’astinenza e sulla dipendenza dal tabacco e da altre sostanze.

D'altra parte, l'uso ritualizzato di estratti acquosi di tabacco dimostra essere interessante come facilitatore negli approcci psicoterapeutici, consentendo di sbloccare processi intrappolati rapidamente ed efficacemente. Oltre alla disintossicazione fisica, ci permette di risvegliare la vita onirica, stabilire una riconnessione con il mondo interiore del paziente e dargli chiarezza mentale, sensazione di forza, capacità di concentrazione e stabilità emotiva. Riattiva la dimensione spirituale e favorisce il ripristino di un profondo senso della vita e della sua propria vita.

Di fronte alla tendenza globale verso la femminilizzazione della società contemporanea che manca di figure di autentici "padri", offre ad ogni soggetto la possibilità di sviluppare le proprie virtù psico-spirituali maschili. Permette il processo di differenziazione che ci allontana dalle forze regressive indifferenziate e mortali che dominano il panorama culturale della globalizzazione. In questo orizzonte di esseri umani assimilati a oggetti passivi e infantilizzati, il tabacco costituisce un alleato di estremo valore per andare all’incontro personale con la propria singolarità, la propria unicità, la propria vocazione umana ed il proprio destino spirituale.


Articolo originale in spagnolo in stampa per la Fundación Desde América, Buenos-Aires, Argentina. Traduzione: Fabio Friso.