Quasi 30 anni di esperienza clinica ci indicano che l'interazione tra medicina tradizionale amazzonica, psicoterapia e spiritualità, proposta nel modello terapeutico del Centro Takiwasi, risulta essere molto efficace nel trattamento delle dipendenze e di altri disturbi di salute mentale. Riteniamo che l'articolazione di questi diversi approcci terapeutici sia di grande beneficio per l'esito del trattamento e questo stia indicando un cammino da seguire in maniera più generale nella ricerca globale del benessere mentale e del buon vivere.
È la vocazione iniziale del Centro Takiwasi quella di associare la pratica clinica alla ricerca come appare nel suo nome completo: Centro per la Riabilitazione dei Tossicodipendenti e la Ricerca sulle Medicine Tradizionali. Dall'inizio delle sue operazioni, il Centro Takiwasi ha valutato costantemente le sue attività, la sua popolazione di pazienti e i risultati degli interventi terapeutici (Giove 1996, 2002; Mabit, 2007; Mabit & González, 2013) al fine di migliorare costantemente il proprio modello. Lo studio pubblicato dalla Dott.ssa Rosa Giove nel 2002 mostra che in un gruppo di 100 ex pazienti contattati dopo due anni dall'uscita dal Centro, il tasso di guarigione è del 54%, e raggiunge il 67% considerando solo i pazienti che hanno completato il trattamento (durata media di 9-12 mesi) ricevendo l’approvazione da parte dell’equipe terapeutica.
Tuttavia, per evitare di cadere nella parzialità dell'autovalutazione e rispondere alle esigenze economiche e tecniche di una ricerca scientifica di alto livello, il Centro ha cercato di convocare ricercatori esterni e indipendenti. La necessità di una ricerca scientifica sui dati registrati nel nostro Centro e la conseguente validazione attraverso la loro pubblicazione, ci ha portato a partecipare a un numero crescente di lavori di ricerca in collaborazione con istituzioni accademiche di eccellenza mondiale come il Centro per le Dipendenze e la Salute Mentale (CAMH) di Toronto in Canada e l'Università di Friburgo in Svizzera, solo per citarne alcuni. In questo modo più di 70 articoli di ricerca per tesi universitarie o master sono stati pubblicati3.
Per migliorare la valutazione della nostra proposta terapeutica e contribuire alla comprensione delle dipendenze da un approccio più ampio, in Takiwasi abbiamo standardizzato i nostri processi istituzionali realizzando un sistema informatico per la raccolta, la gestione e l'archiviazione delle informazioni terapeutiche e cliniche denominato Sistema Plus (Saucedo et al., 2018). Questo strumento crea le condizioni favorevoli per i ricercatori indipendenti che si avvicinano a Takiwasi per condurre studi scientifici di altissima qualità sull'uso delle piante amazzoniche in contesti terapeutici.
A continuazione, vogliamo riassumere alcuni dei risultati più importanti registrati nelle più recenti pubblicazioni accademiche che evidenziano l'efficacia del nostro modello terapeutico.
In più occasioni è stato suggerito che i buoni risultati di Takiwasi potrebbero essere attribuiti al fatto di accogliere una popolazione di tossicodipendenti meno gravi, con minor tempo e quantità di consumo, senza comorbilità psichiatriche, senza precedenti ricoveri. La ricerca condotta per definire la gravità della dipendenza nei pazienti di Takiwasi mostra esattamente il contrario.
All'arrivo, il paziente medio è molto stressato, ha a che fare con livelli significativi di desiderio di consumare (craving), in uno stato di pessima salute fisica, mentale ed emotiva, coinvolto in problemi sociali e familiari ed in lotta per trovare un significato e uno scopo nella vita. Confrontando i punteggi dell'indice di gravità della dipendenza A.S.I. dei pazienti di Takiwasi con un campione di pazienti tossicodipendenti degli Stati Uniti, abbiamo osservato che, in media, i pazienti Takiwasi presentano un problema relativamente più serio nei domini psichiatrici e di uso di droghe (O'Shaughnessy et al., 2021).
Il modello di trattamento di Takiwasi risulta essere attrattivo per un gruppo eterogeneo di pazienti che non si limita ai residenti della regione in cui il Centro si trova. Takiwasi riceve pazienti dal Perù (42%), da altri paesi dell'America Latina (34%) e dal Nord America/Europa (24%) (Berlowitz et al., 2020). I pazienti soffrono principalmente di dipendenza da cannabis (72%), alcol (52%), cocaina/PBC4 (48%) e altre sostanze. Diversi studi hanno mostrato come l'uso di più sostanze o la polidipendenza sia una caratteristica comune dei pazienti di Takiwasi, interessando l'84% di essi (O'Shaughnessy, 2017; Berlowitz et al., 2020).
La varietà nella provenienza dei nostri pazienti indica una capacità di adattamento del modello a persone di livelli sociali e contesti culturali molto diversi, nonché tipologie di consumo molto diverse. Questa plasticità del protocollo terapeutico consente al contadino amazzonico consumatore di PBC di convivere per diversi mesi con il professionista di origine urbana che consuma cocaina ed il giovane europeo che soffre le conseguenze di un episodio psicotico indotta dalla cannabis.
Le ragioni comuni per selezionare il nostro programma di trattamento includono: l’interesse per la medicina amazzonica, l’innovativo concetto di trattamento di Takiwasi, precedenti esperienze sfavorevoli con trattamenti convenzionali, il desiderio di autotrasformazione e motivazioni spirituali/esistenziali (Berlowitz et al., 2020). Tuttavia, questo profilo del "paziente medio" è carente quando si tratta di descrivere le differenze tra ciascun paziente e le rispettive storie di vita. Molti pazienti hanno provato più trattamenti convenzionali prima di arrivare a Takiwasi, che è spesso considerata l'ultima risorsa (a volte disperata), suggerendo una certa gravità della dipendenza nei pazienti che si rivolgono al nostro Centro (O'Shaughnessy, 2017).
Diversi studi condotti a Takiwasi negli ultimi anni da ricercatori esterni all'istituzione hanno riscontrato miglioramenti significativi durante e dopo il completamento del trattamento per un'ampia gamma di fattori esaminati (Berlowitz et al., 2019; O'Shaughnessy et al., 2021), inclusa la gravità della dipendenza, la salute fisica, la salute emotiva, depressione, ansia e craving.
Al termine del trattamento, i pazienti presentano una diminuzione significativa del livello di gravità della dipendenza in quanto a consumo di droghe, consumo di alcol, stato psichiatrico e relazioni sociali/familiari. Anche lo stress emotivo diminuisce in modo significativo, così come il desiderio di utilizzare sostanze. Al contrario, la percezione della qualità della vita aumenta significativamente (Berlowitz et al., 2019). Queste tendenze sono riportate nella Figura 1 proposta a continuazione.
Si sono riscontrati anche miglioramenti significativi nel funzionamento neuropsicologico. Inoltre, va notato che tutti questi cambiamenti compaiono precocemente durante il trattamento e si mantengono nel corso del tempo (O'Shaughnessy et al., 2021).
Questi risultati forniscono chiare indicazioni sull'efficacia dell'uso della medicina tradizionale amazzonica all'interno del protocollo sviluppato da Takiwasi per il trattamento delle dipendenze.
ATOP (Ayahuasca Treatment Outcome Project) è un progetto di ricerca internazionale in corso da gennaio 2016 che raccoglie dati sui pazienti di Takiwasi con l'obiettivo di validare l'efficacia della medicina tradizionale amazzonica nel trattamento delle dipendenze (Rush et al., 2021). È stato sviluppato da un team di ricerca multidisciplinare e internazionale che include contributi da diversi paesi del continente americano ed è guidato dal Dr. Brian Rush, del CAMH.
A Takiwasi il progetto ATOP si trova ora in fase di analisi dei risultati di oltre 100 pazienti valutati con un follow-up fino ad un anno dopo la dimissione terapeutica. Il compito consiste nell'integrare i dati quantitativi relativi alla gravità della dipendenza, comorbilità, qualità della vita, ecc., con le informazioni qualitative che raccolgono le esperienze dei pazienti prima, durante e dopo il trattamento, da loro stessi individuate come significative nel loro processo personale di riabilitazione. La sfida è grande e allo stesso tempo motivante per le possibili implicazioni che questa ricerca può avere a livello delle politiche pubbliche in modo che le proposte di trattamento alternativo siano rese disponibili per il maggior numero di persone possibile.
Alcuni risultati sono già disponibili: uno studio sviluppato a Takiwasi e legato ad ATOP mostra che il modello di trattamento Takiwasi è molto efficace nel trattamento di depressione e ansia (Giovannetti et al., 2020), che spesso vanno di pari passo con la dipendenza, confermando così quanto è stato precedentemente suggerito in altri studi.
Al termine del trattamento, i pazienti di Takiwasi registrano una significativa riduzione dei punteggi medi di ansia (che scende da 20,8 a 11,6) e depressione (che scende da 18,7 a 7,5) come riportato nella Figura 2. All'inizio del trattamento, il 38% dei pazienti avevano una depressione da moderata a grave e il 61% aveva un'ansia da moderata a grave. Alla fine del trattamento, i punteggi di entrambe scendono drasticamente e l'87% dei pazienti presenta un livello di depressione lieve o minima, mentre l'81% presenta un livello di ansia lieve o minimo, il che è considerato comune per tutte le persone che si trovano in uno stato di salute normale. In particolare, i pazienti in trattamento per dipendenza da oppiacei mostrano le maggiori riduzioni dei punteggi di depressione e ansia.
La dimensione spirituale costituisce un asse centrale del trattamento a Takiwasi in base alle esperienze mistiche o transpersonali vissute durante l'assunzione di piante in diverse modalità (purghe, ritiri-diete nella giungla, sessioni di ayahuasca). L'induzione ritualizzata di stati alternativi di coscienza mira a rispondere alla ricerca di significato nella vita e quindi a influenzare i livelli di ansia e depressione. Rappresenta un elemento innovativo chiave nella proposta terapeutica di Takiwasi.
L'importanza di questa dimensione spirituale, compresa la “morte simbolica” e il suo effetto iniziatico, era stata precedentemente evidenziata negli studi qualitativi di Anne Denys sul modello Takiwasi (2013).
Diversi altri studi più recenti hanno registrato un miglioramento significativo nei punteggi relativi alla qualità della vita e alla spiritualità nei pazienti di Takiwasi (Berlowitz et al., 2019; Giovannetti, 2020) come riportato nella Figura 3. Inoltre, i punteggi di qualità della vita e spiritualità generalmente sono correlati positivamente con una riduzione della depressione e dell'ansia. In altre parole, i pazienti con il maggiore incremento nel punteggio delle dimensioni della spiritualità e della qualità della vita tendono a mostrare i miglioramenti più forti nelle misure di depressione e ansia. Un altro studio mostra che la stessa correlazione positiva si verifica tra miglioramento del benessere spirituale/religioso e riduzione del craving (O'Shaughnessy et al., 2021), come evidenziato nella Figura 4. Tutti questi sono solitamente indicatori importanti del successo del trattamento e anche nella prevenzione delle ricadute.
Nel protocollo di trattamento della tossicodipendenza di Takiwasi, la spiritualità cattolica, la fede e le esperienze mistiche agiscono in sinergia con la spiritualità e la cosmogonia indigene legate all'uso della medicina tradizionale (Dubbini et al., 2020a, 2020b). Una volta terminato il trattamento, i pazienti mostrano uno scopo e un senso della vita maggiori. L'esperienza spirituale non è automaticamente correlata all'appartenenza a una religione. L'implicazione è che Takiwasi può essere utile anche per i pazienti che rifiutano il cristianesimo e i suoi principi (predominante nella cultura locale), o la religione in generale (O'Shaughnessy, 2017).
Questi studi forniscono dati importanti sull'efficacia del modello di trattamento di Takiwasi. Tuttavia, è difficile dire con certezza quali siano gli agenti causali dei miglioramenti nei pazienti. Il merito sicuramente non è solo dell'Ayahuasca, che comunque ha un ruolo centrale. Infatti, nelle loro interviste psicologiche settimanali, i pazienti valutano positivamente aspetti diversi del trattamento e questo varia da individuo a individuo, ma in generale molti pazienti enfatizzano l’importanza delle tradizionali diete di piante maestre che sono considerate dagli stessi terapeuti come l'elemento chiave per ottenere un cambiamento strutturale nella persona (Berlowitz et al., 2018).
La capacità di sviluppare una certa resistenza allo stress nel tempo è un altro risultato osservato e si adatta bene al modo in cui i pazienti tendono a parlare del trattamento (O'Shaughnessy, 2017). Spesso lo descrivono come una sorta di "allenamento" in cui si preparano per l'opportunità di affrontare di nuovo il mondo. Mettono alla prova la loro capacità di costruire una vita migliore: “È come una partita di calcio. Qui è l'allenamento, ma fuori sarà la partita ufficiale”. In effetti, Takiwasi si considera più come una "scuola di vita" che come una semplice comunità terapeutica.
- Berlowitz, I., Ghasarian, C., Walt, H., Mendive, F., Alvarado, V. & Martin-Soelch, C. (2018). Conceptions and practices of an integrative treatment for substance use disorders involving Amazonian medicine: Traditional healers’ perspectives. Revista Brasileira de Psiquiatria 40 (2): 200-209. doi: 10.1590/1516-4446-2016-2117
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1 Medico, fondatore e presidente esecutivo del Centro Takiwasi.
2 Responsabile dell'area di comunicazione del Centro Takiwasi.
3 https://takiwasi.com/it/investiga04.php
4 Pasta base di cocaina.