Nella giungla del Perù si definisce "icaro" il canto o melodia che i guaritori usano durante il loro lavoro rituale. Non esiste una traduzione letterale di questo termine né in spagnolo, né in quechua. Il suo significato a livello operativo è molto più profondo ed importante: il canto sciamanico è la principale arma di guarigione, rappresenta la saggezza ed è il veicolo attraverso cui l’energia personale del guaritore vien trasmessa, simboleggiando così il suo potere. L'azione di "icarar” significa “caricare” con il potere dello sciamano un oggetto o pozione, dandole una qualche proprietà specifica affinché questa sia trasmessa alla persona che la riceve. Può trattarsi di pulizia, protezione, guarigione, danno, o di un tentativo di influenzare la volontà. Questo viene fatto cantando l'icaro direttamente sull'oggetto o sulla sostanza che si va a trasmettere. L'oggetto sarà quindi consegnato al soggetto che ingerirà la sostanza, se si tratta di un liquido, o il passaggio avverrà attraverso il fumo di tabacco.
L'icaro è una parte fondamentale delle competenze dei guaritori dell'Amazzonia. Riassume la conoscenza dello sciamano, essendo parte del suo patrimonio curativo, la sua arma di lavoro e l'eredità che lascia al suo allievo. Essendo un veicolo energetico, la sua efficacia dipende in gran parte dalla precedente preparazione del guaritore attraverso la dieta, l'assunzione di purghe ed in generale il regime di vita necessario all'integrazione della saggezza ancestrale. Un maestro non trasmette al suo apprendista delle "tecniche" o delle istruzioni formali, ma lo accompagna e lo orienta per impadronirsi della conoscenza a cui è predestinato. Come parte di questo insegnamento gli donerà i “suoi” icaros.
Ogni sciamano possiede i propri icaros, così come possiede esperienza e saggezza, avendoli ricevuti a sua volta dal proprio maestro o direttamente dalla natura. È comune per i guaritori affermare che le cose che conoscono, incluso gli icaros, siano state apprese attraverso sogni o visioni trasmesse dalle piante. Dicono che in questi stati di coscienza indotti da intrugli di "piante maestro" hanno saputo cogliere la melodia, senza alcuna volontà o raziocinio, sentendo come questa si impone e, perdipiù, spesso in una lingua sconosciuta. Di solito emerge allo stesso modo anche nel momento della guarigione.
Né le parole né la comprensione del testo dell’icaro sono essenziali, ma si lo sono la melodia e che il guaritore senta e condivida il suo spirito. Se il guaritore entra in empatia con l'icaro, saprà quando, come e con chi usarlo. Gli icaros che usano gli sciamani hanno un testo molto semplice, che allude a certe piante, animali e elementi del paesaggio locale portatori di potere o simbolismo. Al giorno d’oggi in molti icaros possiamo trovare un certo sincretismo cristiano e allusioni bibliche. La maggior parte di essi sono scritti in castigliano, quechua e altri dialetti secondo l'origine dei maestri più anziani, sebbene alcuni siano solo melodie monotone e molto ripetitive.
Nella giungla del Perù si definisce "icaro" il canto o melodia che i guaritori usano durante il loro lavoro rituale. Non esiste una traduzione letterale di questo termine né in spagnolo, né in quechua. Il suo significato a livello operativo è molto più profondo ed importante: il canto sciamanico è la principale arma di guarigione, rappresenta la saggezza ed è il veicolo attraverso cui l’energia personale del guaritore vien trasmessa, simboleggiando così il suo potere.
Come agiscono gli icaros? Potremmo dire che, così come i Mantra nelle tradizioni orientali, agiscono su certi centri energetici, mediante vibrazioni sonore, modulando così la funzione organica, e che esiste una conoscenza subconscia che guida lo sciamano a scegliere l'icaro giusto per ogni circostanza. Potremmo anche dire che l'icaro è un pretesto per lo sciamano per trasmettere la propria energia. O che è il messaggio trasmesso nell'icaro ciò che guarisce. Non c'è una risposta precisa, può essere uno o tutti questi motivi allo stesso tempo. Ogni spiegazione inquadrerebbe nel razionalismo un fenomeno che trascende la razionalità e quindi sarebbe valido solo a livello di testimonianza e soggetto a sperimentazione. Impegnata in un processo di esplorazione personale che mi ha portato a sperimentare alcune "tecniche" sciamaniche in prima persona, voglio lasciare testimonianza del valore dell'icaro, percepito nonostante la mia formazione classica come medica e chirurga.
Lavorare in questa regione del Perù senza tener conto della ricchezza della medicina ancestrale è impossibile, dal momento che ogni caso, ogni paziente porta informazioni preziose. Tuttavia, è necessario cambiare la visione che ci ha dato la nostra cultura e imparare a vedere altrimenti il rapporto dell'uomo con la natura, accettando che anche se non abbiamo una spiegazione razionale tutte le persone possiedono dei poteri curativi, e in alcuni di noi si manifestano spontaneamente e possono essere sviluppati o "sbloccati" lavorando sul corpo: il guaritore utilizza principalmente il suo corpo e la sua energia per guarire.
Il mio primo contatto con l'icaro è stato vedere come il "curioso" o le nonne soffiavano il fumo di tabacco o il profumo "icarado" sui centri energetici dei bambini nervosi o spaventati e anche su quelli con le coliche, con esito subito favorevole. Successivamente, ho saputo (e sperimentato) che funziona anche con gli adulti, che manifestano un senso di rilassamento e una diminuzione della sintomatologia vagale. Ho anche avuto la possibilità di osservare come le madri di due bambini con miasis (larve di mosca che penetrano all'interno della ghiandola lacrimale e sotto la pelle della narice, rispettivamente) sussurravano una melodia monotona come il suono dell’insetto adulto per fare in modo che la larva spunti dal foro di entrata. In entrambi i casi ha funzionato. Nel villaggio di Chazuta, noto per i suoi sciamani, il guaritore Reninger Guerra Flores è famoso per curare il morso di serpenti velenosi: calma il dolore intenso con gli icaros.
Durante i rituali di guarigione in cui si utilizzano intrugli di piante, i guaritori orientano la guarigione, modulando l'energia individuale e collettiva, e prendendosi cura dell'unità del gruppo. Percepito durante lo stato alterato di coscienza, l’icaro aiuta a metabolizzare le visioni, rimuove i contenuti soggettivi a diversi livelli, ci guida nel lavoro di auto-analisi e allo stesso tempo è il collegamento con il piano vero e proprio della realtà. Sebbene non esista una sequenza precisa per questi icaros, lo sciamano sa o percepisce qual’è il più adeguato. La forza del guaritore può essere osservata nell’efficacia dei suoi icaros, che sono percepiti a livello fisico da ciascun membro del gruppo.
È stato durante una sessione di Ayahuasca (rituale di guarigione in cui si ingerisce una pozione psicoattiva a base di Psychotria viridis, Banisteriopsis caapi e Brugmansia sp.) che, sotto l'influenza di quell’intruglio, ho cominciato a capire il significato interiore dell’icaro. Devo dire che pur avendo un effetto psicoattivo con sensazione di espansione delle percezioni e visioni, non si perde contatto con la realtà e la funzione mnesica.
Il resoconto delle visioni è importante in termini di sequenza e spiegazione di ciascun icaro che ho ricevuto. Il contenuto e i termini esprimono il mio bagaglio personale e culturale perché si manifestano e agiscono attraverso di me, rimuovendo le energie e i blocchi personali e formando parte di un processo evolutivo che mi ha totalmente coinvolta. Non è stato un processo lineare, ci è voluto del tempo e ho dovuto attraversare i cicli tematici corrispondenti alla stimolazione di ogni centro energetico. Non c'è stata solo l’influenza dell'Ayahuasca, ma anche di altre piante depurative, diete, digiuni, bagni vegetali, purghe e esacerbazione dei sogni.
La prima visione (che si è ripetuta più volte fino a quando ho capito che era un icaro) è stata quella di vedere una piccola donna-pianta di colore verde che, uscendo dalla bottiglia che conteneva la pozione, mi guidava sulla strada della scoperta di me cantando e ballando. La melodia che ha cantato è stata la maniera di invocare la presenza della "madre" della pianta: "Madre Ayahuasca". Questa "madre" delle piante, come riferito dai guaritori, è equivalente all'anima o allo spirito dell'essere umano.
Ho impiegato molto tempo prima di osare cantare questi icaros: non li riconoscevo come miei e non sentivo di poterli usare. Ho vissuto una forte lotta tra la negazione della mia razionalità e l'accettazione del mio io profondo. Maggiore era il rifiuto, maggiore era l'imposizione degli icaros attraverso la ripetizione di sogni, disagio fisico e tensione. Alla fine, ho accettato questi icaros che le piante e la vita mi hanno donato.
Dopo diverse sedute con sensazione di visualizzazione e attivazione di centri energetici, manifestate a livello fisico con formicolio o calore in punti diversi, si ripeteva la visione di figure geometriche di colore diverso in ogni punto, che a sua volta corrispondeva a una forma naturale, ad un simbolismo e ad un suono vocale. Le vocali non erano cinque come nel nostro alfabeto ma sette, con l'inclusione delle lettere "S" ed "M". Ho capito che ogni centro corrispondeva a un icaro-chiave che mi sarebbe stato dato. Per due anni ho ricevuto sei icaros, in diversi momenti, senza premeditazione di contenuti o ordine, sempre in modo inatteso, involontario, attraverso visioni, sogni e semi-sogni favoriti da diete e lavori rituali con piante-maestro.
Il secondo icaro corrisponde al chakra (centro energetico nella tradizione indù) della base, in relazione alla sessualità. È la lettera "S" e corrisponde ad un piccolo serpente rosso, il fuoco, che ha iniziato la sua ascesa (il risveglio della Kundalini?) strisciando lentamente verso la regione addominale e sacrale, in modo tridimensionale, come se il corpo fosse trasparente. Ha a che fare con l'energia vitale ed il potere curativo del corpo, la forza ascendente della terra che sale verso l'alto, verso il sole. Mentre ascolto l'icaro della "S" cantato dalla piccola donna-pianta con voce sibillina e morbida, trascinando le SSS come sottolineando il serpente strisciante, vedo gli altri partecipanti alla cerimonia di Ayahuasca con un bagliore rossastro alla base e sebbene la voce provenga dal mio interiore, non la riconosco come mia.
In ordine ascendente, il secondo chakra, infra-ombelicale, corrisponde alla lettera "M" che visualizzo come solida, ben appoggiata a terra, concreta, materiale. Sento che il suono deve uscire dal ventre, dalla culla dell'istinto, della paura, della vita e della morte. Il suono di queste due lettere o chakra attiverebbe i primi due centri in relazione agli impulsi più primari. Verso l'alto, la colonna luminosa che era arancione nel secondo chakra diventa verdastra ed è un albero che si apre generosamente nel torace. Sono consapevole del mio respiro con una piacevole pienezza. È la lettera "A", apertura della bocca che ci proietta e ci consente di prendere aria, espandere, distendere l'albero respiratorio, aprire la coscienza, i ricordi e l'anima.
L'energia che circola tra questi due punti (infra e sopra-ombelicale) forma un arco luminoso che si trasforma in un piano orizzontale e forma un sole-girasole giallo corrispondente al plesso solare. Questo centro viene quindi attivato con i suoi meccanismi di protezione e la capacità di accedere a una profonda conoscenza di sé stessi, con tristezza e gioia, con emozione, guarigione e comunicazione senza parole di contenuti profondi, così profondi come il suono della lettera "U".
Superando questo punto, arriviamo alla lettera "O", linea senza inizio o fine, rappresentazione del ciclo eterno, fondamentale, l'Ouroboros, punto del cuore. È lì dove risiede il massimo potere della guarigione che è l'Amore, rappresentato come un sole di color viola, e dove dimora l'intuizione. La lettera "O" è un cerchio che porta tutto il simbolismo relativo a questa figura.
La lettera "E" corrisponde al chakra frontale. Ci darebbe l'opportunità di "Ascoltare", non solo per catturare chiaramente il suono ma per "Capire" il messaggio che il nostro corpo o natura ci dà e trarne vantaggio nella sua massima ampiezza.
Finalmente raggiungiamo il chakra superiore relativo alla lettera "I" dell'Infinito, dell'Immensità, dell'Interiorità, dell'Illuminazione... L'icaro corrispondente ci aiuterebbe ad essere in grado di "vedere" l'interno delle forme con più intensità e luce e soprattutto a discernere, a vedere l'importanza di integrare l'immagine nel suo insieme, con una visione universale. Guardare in un'altra dimensione, con altri occhi, con più trascendenza e vivere pienamente ogni momento.
Non ho ancora finito di ricevere tutti gli icaros. Non so se riceverò la serie completa o quando o quale sarà il prossimo. Inoltre non so quali meccanismi subconsci possano averlo favorito o se sia vero che funzioni. Trovo difficile uscire dallo schema razionale e devo ammettere che ci sono un certo numero di incognite interessanti che non hanno alcuna spiegazione. Esiste una conoscenza della vita nascosta molto profondamente dentro ognuno di noi, lontano dalla nostra coscienza e ciò è dovuto all'eccesso di stimoli esterni e all'abuso del nostro corpo. Se ci mettiamo in condizioni favorevoli, questa conoscenza può sorgere inaspettatamente, illuminando un percorso che fino a quel momento non avevamo visto.
Stesa sul pavimento, con tutto il corpo in contatto con la madre terra, arrotolata su me stessa, sentendo la mia pelle contro la mia pelle... striscio sentendo l'erba, l'umidità, le superfici che premono su ogni parte della mia superficie, ascoltando il sussurro lontano dalle viscere della terra da secoli a questa parte, la voce dei desideri della pelle, lunga, ampia, fredda, protettiva e sensibile, stimolando e risvegliando le sensazioni embrionali, ricordando i richiami di serpenti di altri tempi e luoghi.
Né rifiuto né abominio, non ero dunque la maledetta perseguitata da ogni male... divisa in me e in Me, ero riconosciuta e rispettata... in corone e troni, braccia e piedi di dei e mortali, in poesie e canzoni... rannicchiata nel Caduceo di Mercurio, dove il sole alato mi ha incoronato, la conoscenza solare che riconosce la luna che mi illumina e riflette la capacità di guarigione del mio potere; nella testa delle dee, sostenendo la luna e dandole forza oscura... il risveglio ad Oriente, rosso fuoco, fischiando irritata, sentendo di essere la guida dell'acqua rossa della vita, il sole nascente della coscienza... in silenzio mi trascino lenta, ascendendo sinuosa e femminile, segreta, per dormire nel centro del fiore eterno... cercando l'immagine speculare, dispiegata da sé, che permette l'unione complementare che può trasformarmi in infinito.
Seduta in me, stabile, sento di poter collegare terra e cielo, la mia forza viene dal basso, la terra mi sostiene, ma posso salire e guardare da lì, attraverso l'occhio azzurro senza tempo, dove sono contenuti tutti i serpenti dalla notte dei tempi e tutti, serpenti visibili e invisibili, terrestri, marini e draghi alati, tutti, comunicano con l'uomo e l'uomo con loro, spingendolo ad accedere al sacro e al più profondo, al trascendente e all'impersonale.
All'improvviso, nel mezzo della notte, le difese razionali cadono, lo specchio mi mostra il mio aspetto di serpente: né buono né cattivo, aggressivo e dolce, presente e visione materiale... il mio aspetto di serpente. E mi costringe a guardarlo, a capirlo, a sentirlo spogliato di pregiudizi moralistici, né buono né cattivo, solo la natura con doppia valorizzazione, con la dualità indifferenziata delle forze, senza responsabilità, ma non irresponsabile, solo esistendo... a volte bianco, a volte nero... con occhi sorprendentemente innocenti in quella figura, respiro vitale e destino involontario... improvvisamente capisco perché la serpente suscita paura, perché la repulsione, la paura, la necessità di caricarlo di negatività e posizionarlo lontano, molto lontano... in un luogo diverso da noi.
Sento che lo temo perché conosce cose che sono sepolte nel mio profondo, perché le sensazioni della sua pelle sono mie senza inibizioni, perché la sua materialità è tale che il mio spirito protesta temendo che gli impedirà di volare alto... Ed è più spaventoso il primo, il serpente marino che emerge bruscamente dalle acque dell'inconscio, acqua limpida sulla sua superficie se non la muove, ma oscura se la scuote per uscirne, il mitico Leviatano, che può trasformare nel caos l'apparente calma della mia razionalità; temo di essere attirata nei suoi abissi, ho paura di immergermi e scoprire tutto ciò che la mia censura mi ha nascosto; il primo serpente, addormentato da secoli nelle prime acque del mio corpo materiale, associato agli istinti e alle paure primordiali, il mio primo demone dell'acqua... anche se non ti vedo non smetti di esistere... ti temo ogni volta che il vento soffia portandomi la tua voce...
Introdúceme en tu cuerpo desde allí yo te hablaré. Introdúceme en tu mente, desde allí te alumbraré. Introdúceme en tu corazón, desde allí te daré calor. Oirás mi voz de serpiente deslizarse en tu oído. Verás mi luz sin verla a través de Los sentidos... y mi calor te seguirá más allá del frío frío Y seré parte de ti, tierra lanzada al infinito... Mi voz te susurrará cosas que crees no saber. Dentro de ti vas a encontrar la respuesta a tu ser Ocho (8), doble círculo fecundo dos serpientes enroscadas, que te hablan sin decir... que te dicen sin hablar... NADA Soy la energía en ti dormida, despiértame ya. Quiero ascender, reptar de una vez, Cruzar el cero (O) ya, cerrar el círculo aquel, donde la flor duerme en la cruz... Cuando el azul llegue a tu cara y la luna a tu cabeza, a su encuentro yo iré, serpiente roja, desde la base, a fundirme con el sol... Y mi voz te guiará a través del agua con el color del amor...1
Serpente che deve nascondersi per non essere attaccato con il pretesto di essere pericoloso (il mito dell'autodifesa...). Uno che uccide l’essere, non con denti avvelenati, ma con la potenza del simbolo, che ci ricorda che, per quanto esistano la nostra razionalità e il nostro progresso tecnico, c'è una forza naturale che non si può controllare o prevedere, ricordandoci che il potere di vita e di morte è una successione ininterrotta, simboleggiato dal Ouroboros, il serpente che si morde la coda, maschio e femmina, attivo e passivo, morire e rinascere con tutto il suo contenuto esoterico, che incassa tutto e tutte le volte si avvolge ripetutamente su se stesso avanzando, senza inizio o fine, con il punto O a fare de inesistente zero nella bocca... e quel serpentello che dorme fino a che la vita si risveglia nel chakra della base, rappresentazione lineare della vita e del potere curativo dell’energia dell'uomo, così semplice nella sua linea che è la forza della natura; ho paura anche di te, perché mi tiri fuori dall’astrazione ricordandomi che ho un corpo limitato nel tempo per la mia individualità, mentre tu, linea indifferenziata esisti in tutti i serpenti che non conosco ancora.
Perché ti ho sentito in difficoltà per salire, ho sentito la tua forza sbloccare il mio corpo ad ogni passo, senza che io avessi deciso, senza sapere come farlo. Perché riconosco in te il mio piacere di aprire la bocca e imprigionare la vita, il tempo, la conoscenza... e perché quella stessa bocca può portare alla fine di tutti gli sforzi. Perché vorrei anche, come te, essere incollata alla terra, sentire che il mio calore è quello che lei mi dà ed emergere dal suo ventre ogni notte per un bagno di luna... Vedo cambiare nel mondo i valori, dall'interno dal mio occhio azzurro immobile e ofidiano, con gli occhi fisici chiusi e "vedendo" come solo gli animali spogliati del rigido involucro razionale-cerebrale possono vedere: in avanti e indietro, oltre il tempo e la distanza, anche prolungando le orecchie ascoltando e scoprendo la voce del serpente madre, come Eva l'aveva sentita, parlando da dentro di sé, senza parole, direttamente alle cellule... sfidando persino gli dei...
Ho dovuto trovare il mio serpente e svegliarlo in modo che lui mi svegliasse. Scoprirlo nel mio corpo e nella mia mente e sentire il mio corpo e la mia mente; imparare ad ascoltare la voce del serpente che vuole dire cose semplici sin da quando il piede dell'uomo calpestava la terra, guardava verso il cielo, era solito parlare con i suoi dei, con sé stesso e con altri esseri e sapeva ascoltare... accettare il serpente nascosto in me con tutto, con il bene e il male, essere unità in esso e con le mie fasi chiare e oscure... per iniziare ad essere.
Solo allora il serpente parlò... parlò cantando e insegnando. Mi ha donato l'icaro del serpente e l'ho accettato, come ho accettato il mio essere-serpente. E io ero un cobra gigante, in piedi su un gruppo di piccoli serpenti annodati, che vivevano tutti in me; ballavo stirandomi e scrollando le spalle davanti ai miei occhi fissi nei suoi, di fronte, blu e nero, profondo pozzo da dove emergono le lingue biforcute anch’esse blu che entrano nelle nostre fronti facendoci sentire la sua voce dall'interno: il mariri2-lingua di serpente rosso che a volte dorme e talvolta si sveglia, che può fare tutto, che tutto guarisce se la mano che lo guida è sana...
Lui mi ha chiesto di invocarlo con canti e sapevo che dovevo farlo... Mentre il serpente canta da qualche parte dentro di me, mi sento male, in un'altra vita, in un letto medievale. Invoco l'aiuto della Vergine, che appare dunque bella e forte, vestita di nero e con una grande scollatura che rivela il seno... si avvicina a me prendendo il mio braccio destro con forza, e provocando in me dolore e paura... quando mi lascia andare vedo che ha lasciato sul mio braccio un anello di lucentezza metallica, che è un serpente a due teste; è incorporato nella mia pelle, quindi non posso rimuoverlo senza farmi male, come se fosse inciso su di me. È difficile accettare il serpente, è più difficile vivere con lui, ma è impossibile liberarsi del suo potere... Bisogna scegliere quale delle due teste guarda verso la strada, o da che parte andare, verso la luce o il buio. Io sono la Madonna Nera - io sono la madre e la figlia del serpente, io sono la saggezza. Sono la vergine nera, non vergine nel modo in cui lo pensi tu: io sono una madre. Madre natura e madre sapienza nella natura, che nutre il serpente con il suo seno e nutre lo spirito. La vergine nera, il serpente sollevato sopra i serpenti, con la volontà ai miei piedi, ma il serpente... la vergine madre, π, complemento femminile indispensabile per materializzare il Verbo, per la sintesi di α e Ω, necessaria per unire il principio e il fine della conoscenza, terra e spirito, fino alla massima distanza e oltre, fino al punto che la mente non può raggiungere; l’elemento Tu indispensabile affinché la linea perda la sua razionalità quadrata e diventi un cerchio, coniugazione dei quattro elementi, terra-materia, aria-spirito, fuoco-energia, acqua-coscienza, come il serpente di Ouroboros, inizio-fine-senza fine che è vita, Dio... E sono le ali dello spirito, del nuovo spirito, riscoperte, quelle che risveglieranno il fiore-serpente-drago-aquila-unicorno-luce-Niente...
Sopra il cobra eretto si sovrappongono, così velocemente che la mente non può controllarle, antiche dee in una sorprendente metamorfosi, serpente-saggezza addormentato tra le profondità della memoria universale, un archetipo fondamentale che trascende le diversità culturali nella notte; potere matriarcale della madre terra represso dal culto di uno spirito immateriale-materiofobo o di un materialismo vuoto. Una lunga successione di dee naturali3, evolvendosi con l'uomo; Serpente, Luna, Tanith, Iside, Ishtar, Astarte, Minerva, Cibele, Demetra, la Vergine Maria per il cristianesimo, tutte le dee collegate alla fertilità (tra cui la Vergine Maria la cui missione era dare vita a un "Cristo incarnato"), dee mediatrici tra la voce del serpente-materia e lo spirito solare e che portano gli attributi del serpente, ma non dobbiamo dimenticare che il serpente è essena, archetipo duale, opposizione degli opposti in ognuno di noi, e c'è anche in esso un aspetto sessuale maschio-femmina associato all'immagine di Python, Apophis, Tifone, Satana, il drago cinese o medievale, carico di aggressività, ma allo stesso tempo alato, in grado di alzarsi in cielo, e il serpente piumato delle civiltà Maya ed Inca.
Stando così le cose, perché la vergine cristiana ha calpestato la testa del serpente, mentre le dee antiche l'hanno collocata in un posto d’onore (la corona di Iside, le braccia di Ishtar, il seno di Atena)? La religione dello spirito deve schiacciare la materia, il tellurico? Se la Vergine è un intermediario tra il cielo e l'uomo, non sarà possibile che lei usi il serpente come supporto, potendo accedere ad una conoscenza antica, elevata e trascendente attraverso il contatto con la testa del serpente?... Non è la lotta di Dio contro il diavolo, del Bene contro il Male, è la lotta dell'uomo contro sé stesso, dell'uomo-spirito contro l'uomo-materia, contro le sue tendenze più istintive per non essere in grado di accettare la sua essenza materiale. Il serpente non è cattivo, c'è un errore nell'abuso del suo potere, della sua forza, perché cerca di essere puro spirito senza ripulirsi delle sue cariche fisiche, dimenticando il corpo-serpente e volendo ottenere la conoscenza ignorando il rito, l'essenza sacra, il rispetto che una conoscenza tanto fondamentale e antica merita... solo allora il vero spirito risplenderà e il serpente avrà le ali per ascendere al sole, drago-serpente dai tempi dell'alchimia e dall'oriente, relegato nell'oscurità dall'Illuminismo, in cui la vera luce è sostituita da soli falsi e freddi.
Ora sono uno dei tanti piccoli serpenti. Riscaldo il mio corpo al calore del sole, godendomi il calore e l'odore della terra, finché un'ombra eclissa il sole; le mie sorelle serpenti fuggono terrorizzate, nascondendosi sotto le pietre... temo anche l'uccello che si avvicina, ma la curiosità di vederlo da vicino è maggiore. So che mi ha visto e sono paralizzata dall'ansia della paura. Lo aspetto, chiudendo gli occhi.
La sensazione del mio corpo sospeso in aria, con il vento intorno a me, il fatto di volare compensa tutta la paura e il rischio... vedo la terra da una prospettiva da cui nessun serpente l’ha vista prima... ma... ma io non sono più un serpente!... a mezz'aria vedo che sono un embrione di drago all'interno di un uovo opalescente che riverbera con la luce del sole, sempre più vicino... percepisco lontani i miei ricordi terreni e la pienezza della libertà mi riempie più di luce, pace e bellezza nel giallo campo di girasoli che vedo sotto, non c’è più nulla da desiderare ora... tranne, naturalmente, non cadere... riprendo di nuovo il mio corpo, e la dolce canzone del vento è interrotta da un rumore che cresce: i girasoli sono sradicati da acque turbolente da cui emerge la testa di un serpente fallico di pietra, che, causandomi grande paura, mi porta ad assumere la posizione fetale. Sento la grande forza di questo serpente di pietra, una forza senza tempo, che risveglia il mio subconscio dal suo sonno nelle profondità della terra e rimuove le paure, eliminando i piccoli soli e rimanendo in posizione verticale, di fronte al sole-spirito come una manifestazione che, anche se si trova sommersa, può emergere in qualsiasi momento, e ora ha un posto, non in opposizione al sole, ma con esso. Un cactus fiorisce sulla sua superficie e il paesaggio torna alla calma. Io, piccolo drago, so già come volare e posso seguire il volo dell'aquila.
È tempo di riprendere la voce del serpente, di essere un serpente alato, di ritornare alla nostra essenza umana e di accettare la dualità del serpente, di affrontare il nostro aspetto di serpente e usarlo per guarire noi stessi e poi per guarire gli altri. Durante questo processo, in cui la lotta dell’istinto contro la ragione è polarizzata, il serpente si trova su entrambi i lati, dobbiamo saperlo vedere e imparare a collocare il punto d'incontro nella casa dello spirito, nel cuore. Non dimentichiamo che la Medusa era incoronata di serpenti e rimase pietrificata quando si vide in uno specchio; la ragione non può accettare l'istinto e l'irrazionalità come parte di essa se prescinde dall'unificazione nel vero spirito, uno che comprenda l'unicità-tridimensionalità del Tutto, che oltrepassi il pensiero aristotelico e ristrutturi l'essere invece di girarlo contro sé stesso, dandogli la trascendenza e lo spazio nel cosmo.
Sono passati quasi 5 anni dalla notte in cui, durante una sessione di Ayahuasca, ho avuto il primo contatto con il serpente dormiente dentro di me. Durante questo periodo, attraverso i sogni, le visioni (durante le sessioni di Ayahuasca, la musicoterapia, le diete con altre piante maestro) e la percezione fisica durante lo stato di veglia, ho approfondito e compreso il simbolismo del Serpente. A volte risulta sgradevole, altre volte sorprendente, ma sempre eccitante è la strada della scoperta di sé, un percorso che non finisce mai.
Sento che è un'evoluzione in cui si prende contatto con contenuti molto profondi all'interno del subconscio e che non è solo interessante, pittoresco o esoterico ma è un modo per accedere a una conoscenza reale, coerente e curativa, dal momento in cui riconosciamo consapevolmente come nostri tutti gli aspetti del nostro essere profondo È proprio la scoperta delle nostre fasi oscure, che la censura razionale ci cela, che ci dà la possibilità di accettarci nella nostra vera dimensione e lavorare su noi stessi per purificare o migliorare il nostro corpo energetico ed essere in grado di usarlo correttamente.
Da lontano vedo il muro di mattoni della Maloka (casa ovale con tetto di palma, tipica dell'Amazzonia), dove si svolge la sessione di Ayahuasca questa sera. La forza tellurica della selva scuote la shacapa4 ed i partecipanti, e si può percepire l'energia nella stanza... e io non sono fuori, ma dentro al cerchio, partecipando con altri membri di Takiwasi alla sessione collettiva. Mentre si sentono gli icaros e la shacapa ci avvolge nel suo suono, simile allo sbattere d’ali di uccelli selvatici, la Maloka diventa un serpente rosso che ci rinchiude in uno spazio protetto. Con movimenti lenti, strisciando, una delle sue due teste, la caudale, immerge la sua lingua biforcuta nella terra assorbendo una luce che poi corre lungo il suo corpo. Siamo tutt’uno con il serpente in questa sensazione di movimento e, con la sua testa anteriore, ci eleviamo ad un piano superiore, un anello blu brillante formato dalla sua lingua-mariri: è l'energia della terra che attraversa il suo corpo e diventa saggezza e ci eleva, confondendosi con la sua, le lingue blu proiettate sulla nostra fronte. Perdiamo la sensazione del Io individuale, per essere un tutt’uno trascendente e, allo stesso tempo, entriamo in contatto con il nostro aspetto animale più simile a ciascuno di noi. Vedo così che uno ha l'altezza e la visione dell'aquila, ma anche la sua aggressività; il secondo ha la forza e la pigrizia dell’orso, un altro la simpatia e la curiosità della scimmia, il quarto ha il volo, lo spirito ed il potere del drago ed io possiedo il duplice aspetto del serpente... Quando la mareacion collettiva raggiunge il climax la bottiglia che contiene la pozione vibra, e una piccola donna-verde, la madre-Ayahuasca, esce con movimenti acrobatici e aggraziati da un fascio di luce gialla proiettato verso la luna, ci invita ad andare con lei. Lei balla con la luna nelle sue diverse fasi, mostrando allo stesso tempo movimenti del Tantra Yoga. I suoi movimenti disegnano un fiore bianco luminoso con molti petali che si innalza ulteriormente e nella cui cavità è alloggiato nella posizione del fiore di loto, dopo che un raggio di luce penetra attraverso un'apertura a forma di vulva.
Sotto il bagliore della luna piena, un'alta montagna, coperta di sassi e ghiaccio, ha la base immersa nell'acqua e circondata dal corpo di un grosso serpente nero, dall’aspetto minaccioso. Mentre la luna scende e inizia ad albeggiare, il serpente sputa diversi serpenti più piccoli che si nascondono nelle fessure della montagna. Alla fine, come se vomitasse, apre la bocca e abbandona la sua pelle, per uscirne pulito e brillante... Il sole è già alto e conferisce un bagliore rossastro a tutto. Il fico che si trova nelle viscere della montagna brilla attraverso di essa, che, traslucida, permette di vedere all'interno delle figure di dee di varie epoche, sovrapposte. La Vergine Maria è in cima. Il grande serpente addormentato sotto le acque del subconscio racchiude la base del nostro mondo visibile, che può sembrare freddo e duro. È necessario che il serpente lasci fuoriuscire tutti i suoi aspetti, mostrandosi a noi così com'è: dea doppia e lunare nascosta nel profondo; attributo delle dee lunari di tutti i tempi e in possesso di aspetti positivi anche alla luce dello spirito, ciclicità del tempo e della conoscenza, passaggio del regno della luna e il serpente, conoscenza istintiva ed esoterico; l’influenza delle forze naturali con i loro dei tellurici prima della comparsa del nuovo Dio-spirito-ragione si sposta nella profondità del subconscio collettivo, dove spera di riemergere in un nuovo ciclo... Se nel buio della notte è l'istinto che ci guida e non gli occhi, stando così, abbagliati dalla luminosità solare, perdiamo la capacità di "vedere" e di "vederci" lasciandoci guidare non dalle sensazioni di tutto il nostro corpo, ma dalla nostra coscienza sensoriale, che ci permette di vedere solo ciò che "razionalmente" dovremmo vedere...
Pubblicato in spagnolo in Revista Takiwasi Nº 2, Takiwasi, Perù, Ottobre 1993, pp. 7-27. Traduzione: Fabio Friso.
1 Icaro ricevuto durante una ceremonia di ayahuasca.
2 La flemma che si dice essere la materializzazione della saggezza dello sciamano. Il suo apprendista dovrebbe ingoiarla quando lo sciamano gli concede di "ereditare" la sua conoscenza.
3 In spagnolo il termine serpente è femminile, così come il suo concetto. Da questo deriva il parallelo con le dee e altri elementi femminili.
4 Ventaglio realizzato con foglie della palma "shacapa". È usato nelle sessioni curative.
Figura 1 Prima visione riguardo i Chakra: Sessione di Ayahuasca, Puerto Maldonado, 1990. Posizionamento e caratteristiche di ciascun centro energetico nel mio corpo.
Figura 2 Visione della circolazione dell'energia personale e della sua relazione con diverse malattie, visualizzate come blocchi e ostruzioni nel passaggio di energia. Il liquido è di colore diverso, secondo ciascun chakra.
Figura 3 Visione della capacità terapeutica del corpo, visualizzata come l'interazione e la complementarità di una persona rispetto ad un'altra e l'uso del fluido energetico per "sbloccare" o liberare dalla malattia. Visualizzazione del Caduceo di Mercurio, in cui i due serpenti hanno tre punti di unione: il primo chakra (caudale), il terzo (plesso solare) e il quinto per la salute fisica. Questi punti allineati permettono l'ascensione dell'energia fondamentale che nutrirà e permetterà alla fioritura lunare del fiore della conoscenza, quello che non svanisce mai. Allo stesso tempo, il simbolo dell'infinito è stato formato unendo terra e cielo. (Disegni: Rosa Giove)