Padre Cristian Alejandría Agreda, Sacerdote cattolico, assistente pastorale del Centro Takiwasi.
Ho un po' paura di quello che diranno, dato che la Chiesa è sempre stata un'entità riservata e un po' sospettosa verso il tema dello sciamanesimo, della stregoneria e degli usi che vengono fatti nel campo del lavoro con le piante. Quindi, trovandomi a contatto con guaritori o con persone che lavorano con le piante, la mia domanda era “Cosa dirà il Vescovo? Quale sarà la reazione degli altri miei fratelli sacerdoti quando scopriranno che ho accettato di prendere parte a un processo o esperienza di questo tipo?”. Ebbene, ho ricevuto molte risposte interiori a queste domande. In primo luogo, è stato il Vescovo, che riposi in pace, che mi ha chiesto di venire, a suo nome, per prestare servizio spirituale al Centro Takiwasi. Ho accettato volentieri di svolgere il mio lavoro sacerdotale come pastore all'interno di questo sistema di guarigione.
Per capire e comprendere l'esperienza dei pazienti, ho visto che era necessario sperimentare quello che loro facevano, cioè prendere parte alle purghe ad all’intero processo terapeutico fino ad ingerire la pianta principale che è l'Ayahuasca. Ho quindi dovuto accettare questo aspetto per poter avere, a partire da quell'esperienza, le risposte alle tante domande dei pazienti rispetto a tutto ciò che volevano chiarire nella loro vita.
Una volta che ho iniziato a prendere le piante, ho parlato con il Vescovo di quello che avevo fatto e lui mi ha dato il suo appoggio. La sua risposta è stata molto chiara "Se quello che fai e cerchi attraverso le piante a Takiwasi, è raggiungere l'obiettivo di salvare anime, e se questo ti aiuta anche a chiarire i tuoi temi personali, hai la mia autorizzazione, hai scelto bene". Questa fu la sua risposta. Questo primo contatto è stato nel 2003.
Poi ho dovuto affrontare le mie questioni personali. La pressione generata dai miei problemi mi aveva fatto attraversare momenti molto bui in cui sono arrivato addirittura a pensare di aver perso il senso delle cose, anche il senso della vocazione sacerdotale. Ho ascoltato l'invito del dottor Jacques Mabit. Non solo ho accettato il compito per prendermi cura dei pazienti, ma anche di vedere in faccia i miei problemi e affrontare i miei temi. Questo è stato il primo passo per affrontare la mia fede in Dio attraverso Madre Natura. Era essenziale prendere decisioni in tutta libertà. Siccome il Vescovo aveva approvato e accettato il lavoro che stavo facendo, la mia coscienza si è aperta e lui ha detto "Benvenuto, buona scelta", quindi mi sono detto "Sono libero". La libertà sta nel fare ciò che mi spinge verso il bene, il bene per gli altri e per di più anche il bene per me.
Quindi avevo deciso di prendere le piante, anche se non era così facile perché la paura appare sempre intorno, una paura malevola. C'è una paura che è naturale, quella è normale, quella che ti avverte di prenderti cura di te stesso. La paura dannosa è qualsiasi tipo di minaccia che genera un atteggiamento di sottomissione, una sorta di impedimento in modo che non facciamo le cose che dovremmo fare. In quei primi incontri con la pianta, ho cominciato a capire che quella paura mi minacciava per non lasciarmi entrare in un mondo che non conoscevo. Ho chiesto aiuto a Dio, alla Vergine Maria, ho utilizzato tutto quello che ho imparato come sacerdote della mia Santa Madre Chiesa e sono entrato nella prima sessione.
La prima sessione è stata eccellente. Prima di tutto mi sono sentito accolto, come se qualcuno mi avesse accolto. Una voce femminile mi ha detto "Benvenuto, questa è casa tua, questo è il tuo posto, la tua dimora". Sebbene inizialmente non lo capissi, ho iniziato poi a comprendere che sono parte della natura, che sto raggiungendo la mia origine, dove nasce la mia presenza fisica, dove c'è il soffio di Dio. Poi la mia fiducia si è andata risvegliando sempre più, fiducia in quella voce e fiducia in me stesso, fiducia nella mia fede. E avevo la sensazione che Dio stesse approvando tutto, come se si congratulasse con me. E così ho visto il lato buono, tutto bello. Alla fine della sessione sono rimasto molto colpito. Giusta decisione.
Ma già nella seconda sessione ho iniziato ad entrare nel "lato oscuro", e lì ho capito che la prima sessione era un rafforzamento delle basi, che sono la fede e la fiducia, per poter entrare nel lato che non avevo conosciuto fino ad allora. È stata un'esperienza emozionante vedermi trasferito nel lato oscuro e dire quello che oggi posso dire con tutta fermezza "Ho visto la faccia del diavolo (Satana)” perché quello è il diavolo, è l'oscurità, l'oscurità della nostra ignoranza, di quanto poco sappiamo del nostro passato, della nostra storia, di tutto ciò che abbiamo imparato male, compresa la fede stessa. Appaiono i disordini, tutte le incoerenze dei nostri miscugli interni tra lo spirituale ed il mondano; ciò che abbiamo frainteso e imparato male. Questo era il modo in cui avevo inteso la vita! In questo primo livello, era un disordine totale, come un puzzle smontato dove ogni cosa appariva con la sua faccia, ogni parte cattiva aveva la sua faccia diabolica. La cosa più orribile che ho potuto vedere è stato il volto di Satana, dal vivo. Ho anche sentito che è venuto verso di me e mi ha toccato, odorava di zolfo e stava al mio fianco. Successivamente mi ha accompagnato in diverse sessioni, circa dieci sessioni, mentre guarivo e trovavo il mio cammino alla formazione, non solo come persona, ma anche come sacerdote. È stato lì che ho capito che Dio aveva commissionato a questa misteriosa pianta il compito di mostrarmi tutto il suo potere e la sua abilità e che questo era accaduto attraverso di me come sacerdote. Ebbene, io sono una persona che sin da bambino sognavo di fare il prete, e c'è stato un tempo in cui ho sofferto molto per poter realizzare questa vocazione. Dio voleva che mi trovassi nel posto che avevo sempre sognato.
Ho un po' paura di quello che diranno, dato che la Chiesa è sempre stata un'entità riservata e un po' sospettosa verso il tema dello sciamanesimo, della stregoneria e degli usi che vengono fatti nel campo del lavoro con le piante.
Le esperienze successive sono state una battaglia dopo l’altra, dove la pianta mi mostrava sempre il panorama e aspettava la mia accettazione. Ho capito così che la mia dedizione, la mia partecipazione dipendeva totalmente da me, e questo non solo nelle sessioni con l'Ayahuasca ma anche nella vita reale. Ho cominciato a capire cosa dice Gesù nel Vangelo al paralitico: "Alzati, prendi la tua barella e cammina". Dio indica la soluzione, dà la spinta iniziale e sta a ciascuno di noi fare la propria parte, alzarsi e camminare, fare quello che si deve fare. Poi a poco a poco ho capito che questa era la mia partecipazione, che in ogni battaglia che accettavo, il male perdeva e pian piano ho potuto vedere che il bene vince sempre.
Ho potuto vedere anche Gesù Cristo crocifisso in quelle battaglie. Ad un certo punto la croce mi ha sfiorato la spalla e ho potuto vedere il panorama di ciò che quella croce simboleggiava, tutto il peso della storia umana, tutte le guerre, una visione fugace che non potevo sopportare. Non era una cattiva impressione, veniva da Dio, ma era qualcosa di intollerabile dove in un istante le immagini crude dell'intera storia del mondo e dei suoi conflitti si sono sommate in un'atmosfera di morte. Una voce saggia, non so se provenisse dalla coscienza, dalla fede o dalla pianta mi ha detto: "Sei un prete e questa è la strada che ti aspetta". Dopo questa esperienza ho potuto dire: "Questo è quello per cui sono nato, quello era il mio sogno e ora lo vedo più chiaramente e lo accetto volentieri". Quando ho detto questo, ho potuto vedere Lucifero dietro la croce, incatenato vicino all'inferno. Questo mi ricorda l'Apocalisse che mostra come il diavolo sia già sottomesso insieme ai suoi ostaggi, aspettando solo il momento in cui Dio farà giustizia.
Mi sono reso conto che le altre sessioni, dopo aver superato i problemi più personali, erano un cammino di formazione. Quindi stavo imparando e comprendendo anche come sia la virtù del bene sul male, cosa possono fare la fede e la fiducia, cosa può fare veramente Dio. Nella nostra mente ignorante, il diavolo ci fa credere nella sua forza indomabile ma come dice San Paolo: "Dove abbonda il peccato, abbonda la grazia"; cioè, se è vero che il diavolo ha un grande potere, ma un potere limitato, il potere di Dio invece è infinito. Chi contro Dio? "E non dimenticare" - mi ha detto - "che sei una creatura". Potevo vedere il demone accanto a me che aspettava un mio momento di debolezza e gli ho detto: “Hai potere su di me, ma non su Dio; d'ora in poi dovrai combattere con la mia fede. Non ti farò la guerra. E non dovrai combattere solo con la mia fede ma con quella di tutte le persone che passeranno per il mio ufficio e per le mie mani, prendi nota”.
Da lì in poi, attraverso il sentiero del bene, una vocina che veniva da dentro di me mi ha parlato, una voce rassicurante che mi ha detto molto dolcemente: "Devi incontrare tre formatori, che sono l’umiltà, la pazienza e la fiducia1, per imparare meglio e difenderti da tutto questo male”.
L'essere umano ha bisogno di:
E mi sono detto: “Sono io che ho bisogno di tutto questo, perché ho bisogno di stare bene. A che mi serve occuparmi degli altri che ne hanno bisogno se sono il primo ad averne bisogno?". La voce mi ha risposto: "Bene, stai già capendo meglio". Mi ha detto "Saranno i tuoi maestri, il tempo te lo confermerà poco a poco e anche Dio". Il diavolo fa quello che vuole perché noi gli crediamo, crediamo al Bugiardo, ma smettendo di credere in lui e credendo in Dio, non potrà fare nulla contro di noi.
Per essere sacerdote, devi prima essere un cristiano, perché il sacerdozio è semplicemente una funzione ministeriale in nome di Cristo per il mondo, ma a livello personale sono prima di tutto un cristiano. L'esperienza di vita con le piante mi ha impressionato, perché una cosa è ascoltare gli argomenti come un’apologia o una dimostrazione di filosofia, e un'altra cosa è andare a vedere, vivere e sentire. Attraverso l'Ayahuasca mi è stato detto una volta in una sessione: "Come regola numero uno, non fare uno sforzo per capire ma aspetta di sentirlo, perché ciò che si sente è vissuto, ciò che è vissuto è predicato". Questo è quello che ho sempre voluto capire: perché si parla così tanto di Dio, dell'amore, del perdono, per poi dimenticarlo così velocemente e fare tutto il contrario? Adesso lo capisco, il problema non sta nel "parlare" ma nel "sentire" e poi renderlo concreto, viverlo, che è la cosa più importante.
Per essere sacerdote, bisogna scoprire il sacerdozio, perché io non sono un sacerdote, solo Gesù Cristo è l'unico e grande Sacerdote. Devo imparare che essendo sacerdote sono invitato, in modo molto speciale, dal Padre a fare la sua opera. Là ho visto l'Eucarestia, il sacramento che non è venuto dalle mie mani ma dalle mani di Gesù Cristo. Poi mi sono visto vestito con la tunica bianca e ho cominciato a capire che Gesù Cristo usa il mio corpo come uno strumento. Usa le mie conoscenze, quello che ho imparato, e così ho scoperto poco a poco la grandezza di questa speciale vocazione.
Il problema per me è iniziato davvero lì, dopo quei chiarimenti. Mi sono conto dei guai in cui mi ero cacciato di fronte a una funzione così alta e nobile quando apparivano tutte le mie cattive abitudini passate. Mi sono detto "E come cambierò tutto questo?". Mi sono reso conto delle conseguenze della mia scelta e che tuttavia dovevo restare fedele a ciò che avevo scelto, la mia scelta verso Dio, quello e nient'altro. Qui ho sentito la fiducia che mi parlava. La paura si è un po’ schiarita. I brividi si erano attenuati, quando la mia pelle era diventata d'oca, mi sentivo anche peloso e che ero il diavolo. Mi sono reso conto che dovevo allenarmi, intraprendere una formazione personale. Quindi lo stavo accettando e imparavo a sbarazzarmi di tutto ciò che è brutto, paure, ignoranza, dubbi, false credenze... Rimuovevo tutta la confusione, anche quella che avevo tra guaritori e stregoni. Avevo pensato "Come posso accettare tutto questo se è stregoneria?". Lì ho chiarito questi dubbi e ho imparato a saper distinguere tra "guaritore" e "stregone". La pianta maestro mi ha chiarito quei dubbi perché la società deve sapere cosa significa ciascun termine. Alla fine, ciò che la pianta mi ha trasmesso è stato che il percorso del guaritore è adeguato, è il percorso della guarigione, della pulizia, dell'insegnamento. Le piante guariscono ma hanno bisogno dell'aiuto di chi è al loro servizio: cioè il guaritore. Lo stregone distorce il potere delle piante per fare il male, danneggiare, ingannare, sottomettere, confondere.
Una volta in una sessione di Ayahuasca ho visto il dottor Jacques che è diventato una pianta, e ho visto Gesù Cristo usare quella pianta per preparare una pozione. Ho pensato “Il dottor Jacques si trasforma in una pianta e quella stessa pianta è nelle mani di Gesù Cristo; in altre parole, è la medicina di Dio”. E Dio mi ha detto "Lui è il mio strumento, come tu sei il mio strumento, come un guaritore spirituale". La vera medicina è Gesù Cristo e al momento della sessione è Gesù Cristo che fa la sua opera attraverso il guaritore e l'Ayahuasca. È per questo motivo che i demoni scappano da qui. La voce durante la seduta mi ha detto “Sì, Dio vuole che l'uomo sia salvato, dipende da lui”; "Dipende da me" – ho detto io - "Prendi da me, non da loro".
Vedevo ogni sessione di Ayahuasca come una classe di scuola e ad ogni classe quando parlavo di me stesso, quando chiedevo che il lavoro riguardasse me, si notava che c'era più approvazione. Quindi, in questo modo posso dire che insieme alla guarigione c’è stato un insegnamento, un addestramento a rispondere a quelle preoccupazioni: ora posso ascoltarle perché so già qual è la realtà di tutto questo.
In un'altra sessione mi è stata data l'informazione che i veri guaritori all'interno della sessione, come cantato da alcuni dei canti sacri o "ikaros", sono Gesù Cristo e la Vergine Maria. Loro due si trovano lì, anche se non ho visto la Vergine, ma l'ho sentita nelle sedute a cui ho partecipato. Da allora, la cosa più bella che ho iniziato a sentire e vivere è la mia realtà interiore in modo più chiaro e trasparente, consapevole che devo essere sincero con me stesso, trasparente nel sentire, pensare e agire. Consapevole che Gesù Cristo ha posto il suo spirito nelle mie mani, il che per me è stato un fatto impressionante. Ho anche capito che tra guarigione e benedizione c'è una grande somiglianza, per non dire identità. Non sono identici nel senso che nella seduta si tratta di guarire attraverso le piante, mentre fuori dalla seduta la grazia di Dio viene ricevuta direttamente dalla benedizione sacerdotale. Ma in entrambi i casi funziona lo stesso meccanismo, con un "colore" diverso, ma alla fine tutto viene da Lui. Ho potuto capire che Dio ha tutti i mezzi per arrivare all'uomo e ha tante fonti. La principale è la Chiesa con i sacramenti, la parola di Dio, e senza dubbio non si tocca. Tuttavia, questo non significa che quella sia l’unica fonte di grazia, ce ne sono molte di più. Non è la religione che rende buono l'uomo ma la sua dedizione, la sua sincerità, la sua trasparenza, la sua voglia di voler cambiare e di fare del bene. E ovviamente il bene non si mescola minimamente al male, perché altrimenti cessa di essere. Dio è disponibile per tutti, per chiunque, e sono stato in grado di capire chiaramente cosa significa "Dio vuole che tutti siano salvati". E mi rattrista sapere che "Vuole che tutti siano salvati, ma non tutti vogliono essere salvati". Ma è a questo che uno serve, a risvegliare le coscienze, parlare loro e far capire con l'esempio e la vita. Vorrei che fosse vero affermare che "Tutti quelli che stanno al mio fianco sapranno trovare Dio".
Vedevo ogni sessione di Ayahuasca come una classe di scuola e ad ogni classe quando parlavo di me stesso, quando chiedevo che il lavoro riguardasse me, si notava che c'era più approvazione.
La pianta ha effettuato questa guarigione e benedizione su di me in tre modi: come guaritrice, medico e formatrice. Ho osato chiamare la pianta "la mia guaritrice". Quando la prendo, so chiaramente che è una guaritrice che accolgo nel mio corpo, so con chi sono, la mia guaritrice. È una guaritrice perché pulisce il corpo, la mente, purifica la stregoneria, pulisce tutto. È anche medico perché fa un “intervento chirurgico”, opera sul cuore malato, sul cervello malformato… Fa anche da formatrice nella seduta, come ho accennato prima. Queste sono le tre funzioni della pianta maestro e affinché agisca come tale è importante che il paziente riponga la massima fiducia, sicurezza e concentrazione quando entra in una sessione e deve lasciare che tutto questo funzioni. Ho avuto la netta e precisa sensazione di riconoscerla nelle sue tre funzioni. Così come nella vita reale la grazia di Dio mi aiuta ad andare avanti, a conoscere la luce e a difendermi da tutti i mali, anche nella sessione le piante sono medicine sacre.
Infine, se potessi definire in una frase quale sia stato il mio lavoro all'interno del Centro Takiwasi in questi anni, lo riassumerei come segue: “Guaritore spirituale di Dio”.
Conferenza presentata al Congresso "Medicine tradizionali, interculturalità e salute mentale", Tarapoto, 2009 Pubblicato nel libro di memorie del congresso, Ed. Takiwasi, 2012.
1 Nell’ufficio di padre Cristian si trovano queste tre parole scritte in un piccolo quadro appeso alla parete. Lui afferma che servono affinché tutti quelli che passano dal suo ufficio possano leggerle e ricordarle sempre.