Notizie

La casa che canta: un esempio di profonda integrazione tra medicina scientifica occidentale ed ontologie animiste

Alberto Dubbini, ricercatore indipendente specializzato in antropologia delle religioni, parteciperà al Terzo Convegno Nazionale della Società Italiana di Antropologia Culturale – SIAC con una presentazione incentrata sul Centro Takiwasi ed intitolata: “La casa che canta: un esempio di profonda integrazione tra medicina scientifica occidentale ed ontologie animiste”. La presentazione sará venerdí 24 settembre, dalle 11:00 alle 12:30. Iscrizione gratuita.

Il Terzo Convegno Nazionale della SIAC si svolgerà dal 22 al 25 settembre 2021 a Roma e tratterà il tema “Antropologie del futuro, futuro dell'antropologia”. Nello specifico l’intervento di Alberto Dubbini sarà presentato all’interno del panel “Le sfide del tempo. Temporalità multiple e ricerca etnografica oltre l’umano”.

Abstract dell’intervento
In questo intervento si propone una riflessione aperta sulla possibilità che nelle moderne società occidentali si realizzino salutari esperienze e modi di rapportarsi al mondo e ai non-umani che si discostino dal naturalismo dominante o si integrino efficacemente con questo.

Il Centro Takiwasi (in quechua “la casa che canta”) è una comunità terapeutica per la riabilitazione di tossicodipendenti che si trova nell’Amazzonia peruviana. Qui da circa trent’anni medicina scientifica occidentale, psicoterapia e vita comunitaria sono integrate in maniera efficace e profonda con la medicina tradizionale amazzonica, per giungere alla cura e riabilitazione dei pazienti tossicodipendenti. Il termine di medicina tradizionale amazzonica a Takiwasi viene impiegato per definire un’arte terapeutica molto diffusa nell'Amazzonia peruviana, che si è sviluppata attraverso secoli di contatto tra varie popolazioni amazzoniche e tra queste ed il cristianesimo.

È una forma di esperienza religiosa e una medicina basata sulla relazione rituale tra gli esseri umani, alcune specie vegetali, definite piante maestro, e gli spiriti di queste ultime. Come sembrano suggerire alcune ricerche, i promettenti risultati terapeutici che si ottengono presso il Centro Takiwasi potrebbero essere legati proprio ad una profonda ridefinizione dei rapporti tra l’essere umano, le entità non umane, e la dimensione che si presenta inaccessibile all’osservazione naturalistica e scientifica. Considerando che la tossicodipendenza è un problema specifico delle moderne società occidentali, il caso di Takiwasi ci offre una possibilità di preziose riflessioni critiche sui fondamenti della cosmologia naturalista e dei suoi correlati fenomeni di dipendenza e consumismo, che sono evidentemente alla base dell’attuale crisi ecologica.

Maggiori informazioni sull’evento e programma completo: Antropologie del futuro, futuro dell'antropologia

Condividi